20 anni di contributi sono necessari per poter andare in pensione in Italia usando la via ordinaria. Ne servono quasi 43 per gli uomini per la pensione anticipata. Differenze notevoli come è evidente, ma che spiegano bene cosa cambia tra le due principali misure del sistema. Ciò che non spiegano però è la rigidità di questi requisiti, perché nel primo caso è necessario che ai 20 anni di contributi si aggiunga un’età anagrafica pari ad almeno 67 anni.
Nel secondo caso dei quasi 43 anni di contributi per gli uomini, sono necessari almeno 35 anni di contribuzione effettiva. In deroga a questi requisiti però viaggiano alcune misure, che però sono sempre meno fruibili perché hanno dei requisiti che si rifanno a troppi anni fa. Ciò non toglie che qualcuno ancora oggi potrebbe permettersi l’autentico lusso di uscire dal lavoro con solo 15 anni di contributi.
Ecco perché anche 15 anni di contributi possono bastare per andare in pensione se si rispettano i requisiti di 4 particolari misure
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Ci sono almeno due normative che consentono l’uscita a 15 anni di contributi. E prendono il nome da due presidenti del Consiglio del passato, cioè Lamberto Dini e Giuliano Amato. Infatti con 15 anni di contributi ancora oggi si può uscire con l’opzione contributiva Dini e con le tre deroghe Amato. Come già detto, si tratta di misure sempre meno fruibili, anche se discretamente appetibili se si tiene conto dei requisiti necessari.
Con la prima deroga Amato il lavoratore che ha completato i 15 anni di carriera prima del 1993, può già pensionarsi a 67 anni. Il tutto senza dover necessariamente arrivare a 20 come previsto dalla pensione di vecchiaia ordinaria. La seconda deroga riguarda quelli che, sempre entro il 31 dicembre 1992, hanno ottenuto dall’ INPS l’autorizzazione ai versamenti volontari. La terza deroga invece riguarda quanti si trovano nella particolare condizione di aver avuto una carriera in cui almeno 10 anni di lavoro sono stati coperti da una contribuzione inferiore a 52 settimane, cioè inferiore all’anno intero.
Come funziona la pensione contributiva in opzione Dini
Se ne parla poco ma l’opzione Dini è una possibilità che ancora oggi può essere appannaggio di qualcuno che non ha ancora ottenuto il requisito contributivo minimo previsto dalla normativa vigente in materia. Ecco perché anche 15 anni di contributi possono bastare pure per l’opzione Dini. E come dice il nome stesso della misura, opzione contributiva, significa una cosa specifica. Significa che i lavoratori per poter sfruttare questo canale d’uscita agevolato devono scegliere di farsi calcolare la propria pensione interamente con il sistema contributivo.
Si tratta di una evidente penalizzazione che si aggiunge al fatto che parlando di lavoratori con 15 anni di contributi, salvo rari casi la loro pensioni è già molto basse. E col calcolo contributivo questi assegni verrebbero ancora di più tagliati. Per optare, il lavoratore deve aver maturato almeno 15 anni di contributi, con meno di 18 anni prima del 1996 (ma almeno un contributo prima di tale data), e almeno 5 anni dopo. Chi non ha raggiunto i 15 anni di contributi entro il 2011, l’opzione Dini è sempre fruibile. Per chi invece i 15 anni li ha completati già nel 2011, occorre rientrare tra i beneficiari della Quota 96 ante Fornero o di 40 anni di contributi.
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