Dai quadri impressionisti e dalla belle époque l’ombrello è simbolo di classe, eleganza e bellezza. Celebrato da pittori, cantanti e artisti, l’ombrello è un oggetto popolare che si è diffuso velocemente in tutta la società occidentale. Tutti ne abbiamo comprati, regalati, persi ed usati moltissimi.
Magari, se abbiamo una famiglia numerosa, vicino alla porta ne possiamo trovare di diversi, di taglia di forma e di colore. Piccolo o grande, con manici di legno o plastica, l’ombrello è il nostro migliore alleato nell’evitare quegli odiosi raffreddori stagionali o, semplicemente, per far durare di più la piega appena fatta.
C’è un però che guasta questa nostra relazione intima: spesso ci bagnamo lo stesso. Pensiamo di proteggerci dalla pioggia o dalla neve, ma immancabilmente torniamo a casa bagnati.
Com’è possibile? Ecco perché abbiamo sempre usato male il nostro ombrello.
Tutta una questione di inclinazione
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In primo luogo dobbiamo chiarire che c’è una variabile da prendere in considerazione. Infatti, gli esperti ci dicono che i fiocchi di neve, o le gocce d’acqua, non cadono tutti uguali.
Il vento gioca un ruolo fondamentale nel direzionare la caduta dei fiocchi o delle gocce, e inoltre non è costante. Non possiamo, quindi, permetterci di tenere il nostro ombrello perfettamente verticale alla nostra camminata ma adattarlo alle diverse situazioni.
Segnatamente, se sentiamo del vento che arriva sulla nostra schiena, sarà nostra cura di piegare all’indietro il nostro ombrello. Al contrario, se vediamo che la pioggia arriva dalla direzione verso cui camminiamo, dobbiamo inclinarlo in avanti.
In generale, è buona norma piegare leggermente l’ombrello in avanti mentre avanziamo. Certo, dobbiamo fare attenzione ai nostri amici, ai famigliari che camminano vicino a noi e non far finire su di loro l’acqua che sta sull’ombrello.
In questo periodo di pandemia, cerchiamo di evitare di buscarci inutili ed evitabili errori. Ecco perché abbiamo sempre usato male il nostro ombrello.