Susan Elliot Wright ne ha scritto un romanzo. Di segreti inconfessabili ne abbiamo tutti, e perfino i giapponesi pensano che in realtà tutti noi abbiamo tre volti: uno pubblico, uno privato e uno personale.
La “faccia” pubblica sono i nostri discorsi, la nostra rispettabilità e le nostre azioni della vita sociale. Diciamo ciò che vogliamo dire per sembrare più colti, presentabili, rispettabili. La “faccia” privata è quella che mostriamo ai nostri più stretti amici, partner o famigliari.
In questo caso ci apriamo un pò di più, iniziamo a mostrare le nostre paure e raccontiamo taluni dei nostri malfatti. Tuttavia, la “faccia” personale riguarda ciò che non vogliamo condividere che con noi stessi. Il nostro lato meno presentabile, meno consono alla vita in società.
Spesso la paura del buio rientra in questa fattispecie, dato che affermare di temere il buio ci rimanda alla nostra tenera età e ci rende delle persone poco serie, a detta nostra. Ecco perché abbiamo paura del buio e come superarla.
La causa
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Il nostro cervello funziona attraverso l’uso dei nostri cinque sensi (focus sull’intelligenza degli animali qui). Essendo abituato così, quando è tutto oscuro la vista cede e il cervello inizia a vagare nei suoi pensieri.
Si sa che, purtroppo, la maggior parte dei nostri pensieri arrivano dalla parte inconscia del nostro essere e riguardano le nostre paure, o comunque, dei ricordi spiacevoli. Con il buio tutto ciò si esacerba e pensiamo di rivivere quei momenti brutti, come, ad esempio, un furto in casa. Non ce ne rendiamo conto a livello conscio, è il cervello a riproporci quelle sensazioni.
Un metodo, forse due
Di certo, se possiamo, cerchiamo di tenere una piccola luce accesa in un angolo della camera da letto. Se ci è impossibile, proviamo a parlarne con il nostro partner che saprà sicuramente come consolarci e farci sentire al sicuro. Ecco perché abbiamo paura del buio e come superarla.