Andare in pensione di vecchiaia comunemente ha due requisiti da completare. Bisogna raggiungere la giusta anzianità anagrafica e la giusta anzianità contributiva. Esistono però misure in deroga, che consentono di ovviare alla carenza di uno o di entrambi i requisiti. Naturalmente con l’aggiunta di ulteriori requisiti da completare. In genere si utilizza la definizione di pensioni in deroga ai requisiti generali che restano quelli pari a 67 anni come età e 20 anni come contribuzione.
Ecco perché 20 anni di contributi basteranno con invalidità all’80% almeno
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Essendo misure collegate alla pensione di vecchiaia che è strutturale e non ha scadenza, anche nel 2023 queste deroghe saranno fruibili. Compresa quella che come età presenta il maggior vantaggio soprattutto per le lavoratrici. Si chiama pensione di vecchiaia anche quella che prevede una uscita a partire dai 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini. Bisogna avere una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%. Inoltre per la decorrenza della prestazione serve attendere 12 mesi di finestra.
In termini pratici, uscita consentita nel 2023 alle lavoratrici nate anche nel 1967, che però devono aspettare l’anno successivo per riscuotere il primo rateo di pensione. Per età di uscita è una misura migliore perfino di Opzione donna, che come è noto consente la pensione alle lavoratrici dipendenti con 58 anni di età e alle lavoratrici autonome con 59 anni di età. Tra l’altro nel 2023 opzione donna non è sicura di essere prorogata. E va considerato il fatto che anche se prorogata, la misura continuerà a prevedere il raggiungimento dei requisiti entro la fine dell’anno precedente come funziona oggi per la misura attualmente in vigore.
Come fare domanda sul sito dell’INPS
Per gli uomini le uscite per chi ha raggiunto i 20 anni di contributi ed ha una invalidità pensionabile all’80% almeno scattano a 61 anni. Uscite quindi per chi è nato anche nel 1962 che completa i requisiti nel 2023. Ecco perché 20 anni di contributi basteranno quindi anche a questi lavoratori. E tra l’altro il beneficio non ha problemi di incumulabilità nemmeno con le deroghe dei 15 anni. La misura è aperta a lavoratori e lavoratrici sia dipendenti che autonomi. Come riporta il sito dell’INPS, la cessazione dell’attività lavorativa è obbligatoria per i lavoratori dipendenti, ma non per i lavoratori autonomi o per i parasubordinati. Come prassi la domanda va fatta sempre tramite i soliti canali. Serve un patronato oppure servono le credenziali di accesso ai servizi digitali dell’INPS, ovvero SPID, CIE o CNS. L’area è quella definita “My INPS”. Una volta dentro occorre trovare il servizio “pensione di vecchiaia per gli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria AGO (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti FPLD e gestioni speciali dei lavoratori autonomi) e alla Gestione Separata”.