Il Governo vuole affrontare una riforma delle pensioni strutturale. E questo significa una modifica della Legge Fornero. In tal senso, potrebbero cambiare, quindi, le misure che oggi permettono il pensionamento. E proprio per questo per alcuni lavoratori diventa necessario cogliere il diritto alla quiescenza proprio nel 2023. Vediamo chi rischia di rimanere incastrato dalla nuova riforma e perché.
La Legge di Bilancio 2023 non contiene una vera e propria riforma della pensioni per la quale bisognerà attendere il prossimo anno. L’esecutivo sembra abbastanza certo di riuscire ad approntare una riforma strutturale entro la fine del prossimo anno. Al punto da proporre anche una proroga dell’Opzione donna solo per un determinato periodo dell’anno. Ovvero, fino alla riforma della pensioni. E si è parlato di agosto o settembre del 2023. Ma ecco per chi è indispensabile andare in pensione prima di questa riforma.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla riforma?
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La maggioranza, fin dalla campagna elettorale, ha sempre annunciato di voler cambiare la Legge Fornero. C’è addirittura chi parlava di abolirla del tutto e sostituirla con una nuova Legge previdenziale. È pur vedo che la Legge Monti-Fornero prevede paletti molto rigidi, ma attualmente permette una pensione anticipata senza penalizzazioni sull’assegno.
Una riforma pensioni che migliori i requisiti di accesso, però, per forza di cose deve mantenere bassi i costi. E per farlo deve prevedere penalizzazioni. Perché se i costi dell’uscita non devono gravare sulle casse dello Stato, graveranno per forza di cose sui lavoratori.
Paletti, penalizzazioni e ricalcolo contributivo
Ricordiamo che l’attuale pensione anticipata prevede l’uscita indipendentemente dall’età. E un calcolo con il sistema misto. È pur vero che richiede 42 anni e 10 mesi di contributi agli uomini e uno in meno alle donne. Ma permette di uscire, a chi ha iniziato molto presto, anche prima dei 60 anni.
Prendiamo come esempio la quota 103: paletto anagrafico, vincoli lavorativi e limite di importo. È vero che non prevede penalizzazioni, ma ci sono molti vincoli che l’anticipata ordinaria non ha.
Ecco per chi è indispensabile andare in pensione prima della riforma
Se dovesse, quindi, esserci una riforma delle pensioni che migliori i requisiti di accesso bisogna fare attenzione. Perché sicuramente peggiorerà quelli economici. Ed è per questo che chi è vicino al pensionamento deve assolutamente riuscire a cristallizzare il diritto alla pensione anticipata prima dell’eventuale riforma.
In questo modo avrebbe possibilità di scelta. Potrebbe sempre esercitare il diritto cristallizzato, se gli conviene. O scegliere l’eventuale nuova misura, se maggiormente conveniente.