Sono molti gli interrogativi che ci assalgono quando è in ballo l’alimentazione e i momenti ideali in cui sfamare il nostro organismo. Gli studiosi suggeriscono che conviene pranzare e cenare a quest’ora quando ormoni tiroidei e metabolismo sono al massimo. Ma non sempre è facile rispettare gli orari soprattutto in settimana quando non si possono rimandare gli impegni professionali e familiari a nostro piacimento. D’altronde quando si superano i 40 anni si inizia a sentire tutto il peso di una lenta digestione dopo una cena luculliana a tarda ora. A tal proposito, gli studiosi invitano a considerare alternative valide e ricordano che basta fare questo entro un’ora dai pasti per non accumulare zuccheri e grassi.
Secondo le opinioni largamente diffuse e condivise mangiare spesso darebbe una scossa al metabolismo e aiuterebbe a non arrivare affamati a tavola. Ciò renderebbe più semplice controllare la quantità di cibo che si ingerisce ad ogni pasto. È preferibile ridurre l’intervallo di tempo fra i due pasti principali con degli spuntini o così facendo si rischia di oltrepassare il fabbisogno calorico? Secondo gli esperti ecco l’incredibile differenza fra chi mangia ogni 3/4 ore e chi soltanto a pranzo e cena. E soprattutto quali fattori contribuiscono a migliorare il consumo energetico del cibo che introduciamo nel corso della giornata.
Ecco l’incredibile differenza fra chi mangia ogni 3/4 ore e chi soltanto a pranzo e cena
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Ovviamente per fornire una risposta corretta a tale interrogativo bisogna considerare un apporto calorico uguale al di là della frequenza dei pasti. Bisogna quindi valutare i benefici dell’una o dell’altra abitudine a parità di calorie che introduciamo con colazione, pranzo e cena ed eventuali 2/3 spuntini. E comunque fra le righe ricordiamo che anche chi pratica attività motoria con regolarità potrebbe cadere in errore. Ad esempio chi cammina sempre a digiuno senza colazione forse ignora questi effetti negativi e quanti minuti allenarsi. Così come a dispetto di quanto molti credono autorevoli studi clinici non hanno confermato i benefici degli spuntini sull’accelerazione del metabolismo.
Non sono state infatti rilevate sostanziali differenze nel consumo di energia fra i due stili alimentari. Risulterebbe pertanto non influente sull’eventuale perdita di peso l’abitudine di spezzare la fame a mezza mattinata o a pomeriggio. E ciò perché la frequenza dei pasti non avrebbe alcuna ricaduta positiva o negativa sul calo ponderale. Gli esperti di nutrizioni giungono a simili conclusioni perché le evidenze epidemiologiche nell’uno e nell’altro senso sono molto deboli.