Il puzzle della riforma delle pensioni è una delle cose più ingarbugliate con cui si deve interfacciare il Governo Meloni. Perché tra ridotte capacità finanziarie del Governo, direttive comunitarie, vincoli di Bilancio e altre urgenze, il percorso della riforma è irto di difficoltà. Ma i margini per introdurre qualcosa di nuovo ci sono.
Soprattutto se si parla di misure che possono ricondurre al passato, cioè a prima della riforma Fornero. Per esempio, si parla tanto di una nuova Quota 96, che si andrebbe ad affiancare ad alcune misure che già oggi consentono il pensionamento, come lo consentirebbe questa misura, cioè a 60 anni di età.
Ecco le nuove pensioni per i nati fino al 1964, sorpresa in arrivo, controlla se hai anche tu la giusta Quota
Indice dei contenuti
Con Quota 96, se davvero venisse varata, ecco che si aprirebbero le porte del pensionamento a chi è nato entro l’anno 1964. Perché si tratta di soggetti che nel 2024 compirebbero 60 anni di età. Una età con cui oggi è assai difficile andare in pensione, anche se non mancano le misure. E la Quota 96 si andrebbe ad affiancare a queste. Infatti con questa ipotetica nuova misura, il pensionamento scatterebbe a partire dai 60 anni di età, una volta raggiunti anche i 35 anni di contributi e completando la Quota 96.
Ma come si completa la Quota? una domanda non certo fuori luogo se pensiamo che sommando contributi ed età, cioè 35 più 60, si arriva a 95 e non a 96. Il funzionamento della Quota utilizza anche le frazioni di anno. Perciò chi ha 60 anni e 5 mesi, per poter andare in pensione una volta introdotta di nuovo questa misura, ci andrebbe solo di fronte a 35 anni e 7 mesi di contributi versati. Come sarebbe possibile il pensionamento con 61 anni e 9 mesi di età e 35 anni e 3 mesi di contributi.
Quali altre occasioni di anticipo a 60 anni?
Ma abbiamo detto che la Quota 96 forse si affiancherà alle altre misure che oggi consentono di lasciare il lavoro a 60 anni di età. Perché non sono tante, ma non mancano le misure che permetterebbero nel 2024 il pensionamento ai nati nel 1964. Per esempio, le pensioni anticipate ordinarie essendo distaccate dai limiti di età consentono un pensionamento così anticipato. Bastano 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini ed un anno in meno per le donne.
E poi, invalidi, disoccupati, lavori gravosi e caregivers, se hanno almeno un anno di contributi versati, possono sfruttare la quota 41. E come dice il suo nome, bastano 41 anni di contributi versati. Infine, solo per le donne, a 60 anni c’è opzione donna ma anche la pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. Per la prima bastano 60 anni di età ma solo per invalide e caregivers, che se hanno avuto due o più figli possono anticipare a 58 anni l’uscita. Se hanno avuto un figlio anticipano invece l’uscita a 59 anni. E se disoccupate o alle prese con aziende in crisi, l’uscita è sempre a 58 anni. E per tutte Opzione donna prevede una carriera di 35 anni di versamenti. Per la vecchiaia con invalidità specifica, bastano 56 anni di età e 20 anni di contributi. Ma anche l’80% almeno di disabilità specifica certificata dalle commissioni mediche dell’INPS.