Da quando il Covid 19 ha colpito il Mondo, le nostre abitudini sono completamente cambiate. Tra le serie di Netflix da guardare e le pizze o il pane da preparare in casa, abbiamo speso tantissimo tempo da soli.
Infatti, ci siamo dilettati in cucina e siamo diventati dei grandi critici cinematografici. Se è vero che chi ama o cucina la pizza a casa deve assolutamente sapere questa importantissima cosa, sulle serie di Netflix il discorso cambia. Il gusto di ognuno è diverso, così come gli ambiti di interesse.
Tuttavia, ci sono alcune serie così ben fatte che riescono a rendere avvincente anche un argomento che probabilmente non ci interesserebbe troppo. La serie di cui vogliamo parlare oggi rientra proprio in questa tipologia e rischia di farci passare notti insonni. Notti in cui non vorremmo dormire ma vedere costantemente l’episodio successivo. Infatti, ecco l’avvincente serie che di Netflix che ci terrà incollati allo schermo tutta la notte.
Una serie sui detenuti più pericolosi del Mondo
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La serie si chiama “Inside the toughest prisons” che in italiano vuol dire “dentro le prigioni più dure”. Si tratta di un documentario targato Netflix che vuole raccontare al pubblico le condizioni di vita dei carcerati di mezzo Mondo.
Il protagonista è il giornalista inglese Raphael Rowe, che ha avuto la grandissima sfortuna di vivere in una prigione per una decina d’anni. Il problema è che non aveva commesso alcun delitto e ci è voluto molto tempo per ripulire la sua figura. Con questa storia alle spalle, è la voce narrante e protagonista ideale per questa serie. Vediamola insieme.
Ecco l’avvincente serie di Netflix che ci terrà incollati allo schermo tutta la notte
In particolare, ogni puntata della serie racconta le abitudini, le regole e le caratteristiche della prigione più dura di tanti Stati diversi. Rowe entra nei panni di un carcerato e vive con gli altri compagni di cella per una settimana, seguendo tutte le attività e più in generale la vita dei detenuti.
Il documentario è avvincente non solo perché racconta una storia che non abbiamo voglia di sentire, ma anche perché è a suo modo pedagogico. Il carcere oggi cerca sempre di più di essere una scuola per i detenuti. Una volta uscite, queste persone dovranno in un qualche modo riprendere contatti con la società ed è doveroso applicare dei programmi di inserimento sociale e professionale.
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