All’Ospedale San Raffaele di Milano è morto Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, quattro volte Presidente del Consiglio è morto all’età di 86 anni, per via delle complicazioni della leucemia cronica di cui era affetto da tempo. Con la morte di Berlusconi se ne va via un pezzo di storia del Paese. Ecco la riforma delle pensioni che aveva nel programma da sempre.
Ci sarà l’Italia prima e dopo Berlusconi, perché parliamo di un personaggio che ha inciso e non poco sulla vita fiscale, economica, politica e sociale italiana. Anche per le pensioni molto è cambiato con la discesa in campo di Berlusconi a partire dal suo primo Governo nel 1994.
Silvio Berlusconi è morto, ecco la riforma delle pensioni che il Cavaliere aveva nel programma da sempre
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Ha costruito il grande complesso residenziale di Milano 2 con la sua prima azienda, quella del settore edile “Edilnord”. Poi ha fondato Telemilano, emittente televisiva da cui poi sono scaturite la Mediaset e Canale 5, Italia 1 e Rete 4 che hanno bloccato l’egemonia della RAI in materia televisiva. Nel 1994 è sceso in politica, creando Forza Italia, Partito di Centrodestra che in breve divenne prima forza politica del Paese. Oggi Berlusconi si ricorda per essere stato il Presidente del Consiglio con più giorni di mandato della storia repubblicana italiana. Come presidente del Milan invece, si deve a lui la nascita del Milan degli invincibili, che dominava in Italia ed in Europa nel Calcio. Una premessa doverosa questa per capire l’importanza dell’uomo che ci ha lasciato oggi 12 giugno.
L’impatto fu un terremoto in tutti i settori
La discesa in politica fu un autentico terremoto per il Paese. Cambiò molto dal punto di vista economico e sociale. Le idee dell’ex Premier, collegate strettamente alla sua esperienza da imprenditore, sono state sempre all’avanguardia in diversi campi della vita economica e sociale degli italiani. Anche le pensioni sono cambiate radicalmente a partire dal suo ingresso in politica. Anche perché i suoi 4 Governi qualcosa hanno cambiato per la previdenza sociale italiana. Si fa un gran parlare di riforma Dini, riforma Fornero e nuove riforme delle pensioni.
Ma Silvio Berlusconi fu precursore anche in questo settore. Riformare le pensioni oggi per garantire a tutti la pensione anche domani. Era il motto del progetto riformatore del sistema previdenziale italiano di Berlusconi. Una riforma delle pensioni che quei Governi volevano inserire in un disegno che comprendeva anche la riforma del mercato del lavoro, la riforma della scuola e la riforma fiscale. L’idea di un imprenditore come lo era il Cavaliere era di una Italia con elevato tasso d’occupazione e di scolarizzazione, una società competitiva ed equa.
Le pensioni quando Berlusconi era a Palazzo Chigi
Con i primi Governi Berlusconi si iniziò a dare il giusto risalto all’aumento della durata della vita media della popolazione, con conseguente tasso di invecchiamento in crescita. Berlusconi aveva già capito che man mano che invecchia la popolazione, saranno sempre di più i pensionati rispetto ai lavoratori.
E se i lavoratori pagano la pensione ai pensionati, versando contributi, è evidente che alla fine il sistema sarebbe esploso drasticamente senza interventi. Per questo si portarono le pensioni fino al 2007 a 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 per artigiani e commercianti), oppure a 39 anni di contributi senza badare all’età. Per favorire la permanenza al lavoro e il rinvio della pensione di un lavoratore, nacque il Superbonus, con un aumento della retribuzione del 32,7% esentasse per chi optava per rinviare la quiescenza. L’età pensionabile fu portata a 65 anni (60 per le donne). E si pensò a confermare la quota 96 con 60 anni di età e 35 di contributi come alternativa alla pensione anticipata ordinaria con 40 anni di contributi e senza limiti anagrafici.