L’intolleranza al lattosio è un problema statisticamente comune presso la popolazione. Lo zucchero presente nei latticini infatti, per essere digerito, necessita della presenza di un enzima chiamato “lattasi”. Nelle persone che si scoprono intolleranti, questo enzima non funziona come dovrebbe.
Se il lattosio non viene digerito adeguatamente, comincia a fermentare nell’intestino generando gas, gonfiore, tensioni. Questi problemi relativi al girovita, possono essere risolti con una dieta priva di lattosio e di tutti quegli alimenti che tendono a gonfiare la pancia.
Alla base poi, c’è un problema etico. Si tratta di un latte sintetico, ovvero non proveniente da mucche, anche se replicato alla perfezione. Ecco la nuova soluzione senza lattosio e senza allevamenti intensivi, ovvero il latte attualmente prodotto in Danimarca. Da un lato questo fa infuriare gli allevatori che si vedono depauperati di una fetta di mercato. Dall’altro suscita la gioia di animalisti, vegani e persone molto attente all’ecologia. È notizia di questi giorni infatti che in Australia, il governo ha approvato un piano di sanzioni legate ai gas provenienti dagli allevamenti di mucche. Per gas si intende quello prodotto da ogni capo, sia per via orale che in forma di flatulenza. Il ministro australiano Tony Burke, infatti, ci ha tenuto a spiegare come la maggior parte del metano inquinante riversato nell’aria e colpevole dei cambiamenti climatici, provenga dagli allevamenti.
Ecco la nuova soluzione senza lattosio e senza allevamenti intensivi, adatta a bambini vegani e intolleranti
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Al di là di quelle che sono le inclinazioni ideologiche di ciascuno, esistono dei dati di fatto a suffragio di un eccesso di emissioni dannose a carico del bestiame. Le ultime statistiche parlano del 6% di emissioni annue, equivalenti a 39 milioni di tonnellate di anidride carbonica immessa nell’atmosfera del Pianeta. Il latte sintetico è un prodotto dato dalla fermentazione, processo che avviene in Danimarca nello stabilimento più grande del Mondo, tra quelli edificati per questo scopo.
La società finanziatrice e proprietaria del marchio, sembrerebbe però essere israeliana. Questo latte non ha nulla a che vedere con i sostitutivi vegetali cui si è abituati. Piuttosto, vuole rispondere alle esigenze di coloro che vogliono continuare a bere latte vaccino ma senza ricorrere ad allevamenti intensivi. E soprattutto, senza assumere colesterolo o lattosio. Questo latte sintetico si genera sull’inserimento di lieviti e sul processo di fermentazione. Tecnologia che inoltre, permette di escludere le proteine meno desiderabili. Il preparato così ottenuto viene messo a fermentare in un’incubatrice con appositi nutrienti. La soluzione proteica finale subisce poi un processo di disidratazione. La polvere ottenuta si presta a molteplici usi. Di questo latte sintetico, il suo produttore afferma che sarebbe del tutto identico a quello vaccino. Preservandone le proprietà nutritive e le qualità organolettiche. Inoltre asserisce che sia adatto al nutrimento dei bambini.
In realtà questo esperimento è il frutto di un disegno più grande. Un progetto focalizzato sul cibo e sulla possibilità di nutrire la popolazione con risorse artificiali, in caso di carenza o incremento dei costi.
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