Ecco il montante liquidato dopo 3 e 6 anni se investo 25.000 nel buono fruttifero postale 3×2

Investire con le Poste italiane in buoni fruttiferi-Foto da imagoeconomica

Il risparmio postale attira da sempre schiere di risparmiatori con scarsa o nulla propensione al rischio. Il denaro ivi versato è infatti sempre disponibile (sia pure nei termini che a breve vedremo) mentre il rendimento è già noto a priori. Cioè il risparmiatore sa già in partenza quale sarà il netto maturato alla scadenza finale e a quelle intermedie. In particolare, ecco il montante liquidato dopo 3 e 6 anni se investo 25.000 nel buono fruttifero postale 3×2.

Ricordiamo che buoni e libretti di risparmio rappresentano quello che in gergo è il risparmio postale. Si tratta di strumenti privi di costi (tranne quelli fiscali) e che godono della garanzia dello Stato.

Perche investire oggi nei buoni fruttiferi postali?

Come per tutte le forme di investimento, buoni inclusi, bisognerebbe chiedersi in primis perché scegliere uno strumento e non un altro. Una prima ragione potrebbe risiedere, come già detto, nel rischio quasi nullo di tali prodotti. I soldi ivi investiti godono della garanzia dello Stato e sono sempre disponibili, anche prima della scadenza e sempre entro i termini di prescrizione.

Una seconda ragione potrebbe risiedere nell’assenza di costi di gestione, dall’acquisto al rimborso. Fanno eccezione gli oneri fiscali, ossia la ritenuta fiscale al 12,50% sugli interessi attivi maturati e l’imposta di bollo dello 0,2% calcolato sulla giacenza. Ricordiamo che l’imposta di bollo è dovuta per valori di rimborso in BFP complessivamente superiori a 5mila euro.

Quanto rendono i buoni postali a 6 anni?

Un altro vantaggio è che i tassi di interesse dei BFP a medio e lungo termine sono fissi e crescenti all’aumentare del tempo di possesso. Al riguardo si parla di struttura di tipo step-up, che presenta pro e contro.

Il pro è dato appunto dal rendimento premiante sulla lunga durata: più posseggo il buono e più incasso al termine.

Un contro è dato invece dal fatto la formula non rende conveniente il disinvestimento anticipato. Nei primi anni di vita del prodotto si maturano solo gli interessi più bassi tra tutti quelli previsti per i vari step. In secondo luogo non è mai conveniente disinvestire prima del completamento di uno step. Nel caso del buono 3×2, per esempio, gli interessi sono riconosciuti solo al termine (e non prima) del 3° e 6° anno di vita del titolo.

Restando in tema di rendimenti, quello annuo lordo a scadenza del buono 3×2 è del 2,25%. Invece il tasso effettivo lordo e netto annuo alla fine di ciascun periodo di possesso è, rispettivamente, dell’1,25% e 1,10% al compimento del primo triennio. Passa al 2,25% e all’1,98% a conclusione del secondo e ultimo triennio.

Ecco il montante liquidato dopo 3 e 6 anni se investo 25.000 nel buono fruttifero postale 3×2

Ipotizziamo adesso di investire 25mila € su tale buono e di tenerlo fino alla fine, cioè settembre 2029. Quale sarebbe il guadagno intermedio e complessivo? Il montante liquidato al netto della sola ritenuta fiscale (imposta di bollo da calcolare secondo la normativa vigente) sarebbe il seguente:

  • 25.830,61 € a settembre 2026, ossia in caso di disinvestimento anticipato. Gli interessi maturati lordi sarebbero di 949,27 €, mentre la ritenuta fiscale applicata sarebbe pari a 118,66 €;
  • 28.124,31 € a settembre 2029, alla scadenza naturale del buono. In questo caso il guadagno lordo è di € 3.570,64 €, che tuttavia scende a 3.124,31 € una volta applicata la ritenuta fiscale (446,33 €).

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