Tra una manciata di giorni entreranno in vigore le rivalutazioni delle pensioni, così come disposto dal decreto del Ministero dell’Economia e Finanze (MEF). Si tratta di quelli che impropriamente vengono detti “aumenti” delle pensioni del 2022.
In un certo senso gli effetti sono gli stessi, ossia aumenta l’importo nominale del vitalizio. È molto diversa, invece, la motivazione di fondo della variazione.
Con l’aumento vero e proprio, il legislatore innalza i vitalizi dei pensionati (tutti o in parte) per autonoma decisione. Nella rivalutazione, invece, si cerca di riparare ai danni creati dall’inflazione. Al riguardo, ecco chi subirà la mazzata peggiore sul conto corrente e se ne accorgerà a danni ormai fatti.
Le rivalutazioni però non saranno sempre uguali negli importi finali. In particolare, ecco i fortunati pensionati che nel 2022 riceveranno un aumento mensile della pensione di 73,83 euro.
La rivalutazione per fasce di importo
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L’art. 2 del decreto legge MEF del 17 novembre scorso stabilisce che il tasso di rivalutazione da applicare è pari all’1,70%.
Per calcolare l’importo esatto del vitalizio nel 2022, bisogna considerare anche il proprio tasso di rivalutazione. Quest’ultimo varia a seconda della fascia di importo della propria pensione lorda. Per il 2022 il legislatore ha ristabilito il vecchio sistema di perequazione, più generoso per i percettori di vitalizi superiori a 4 volte il trattamento minimo. Ad ogni modo si parla di cifre molto modeste.
Dunque, dal 2022 la rivalutazione sarà del 100% per importi fino a 4 volte il trattamento minimo. Poi la percentuale di rivalutazione passa al 90% per fasce di importo da 4 a 5 volte l’assegno minimo. Infine si passa 75% per gli importi superiori a 5 volte la soglia base.
Ecco i fortunati pensionati che nel 2022 riceveranno un aumento mensile della pensione di 73,83 euro
Abbiamo già visto quanti soldi percepirà in più l’anno prossimo un percettori di pensione lorda pari a 1.500 o 2.000 euro mensile.
Le rivalutazioni saranno ovviamente più consistenti per i percettori di assegni pensionistici superiori a 2.062,32 euro, ossia 4 volte il minimo (515,58 euro).
Prendiamo il caso di una pensione lorda mensile al 31 dicembre pari a 2.500 euro. La rivalutazione sarà pari a:
{[(euro 2.062,32 X 0,017) = 35,06 euro] + [437,68 X (1,7% X 90%) = 6,69 euro]} = 41,76 euro lordi in più, grazie alla rivalutazione.
Nel caso di un titolare di vitalizio lordo mensile pari a 5.000 euro non si procederà semplicemente moltiplicando la cifra di cui sopra. Vanno rispettate, infatti, le quote di rivalutazione per fasce di importo. Pertanto avremo:
{[(euro 2.062,32 X 0,017) = 35,06 euro] + [515,58 X (1,7% X 90%) = 7,89 euro] + [2.422,10 X (1,7% X 75%) = 30,88 euro]} = 73,83 euro lordi al mese.
Come si evince, la cifra esatta è inferiore a quella che si sarebbe ottenuta moltiplicando per due i 41,76 euro della rivalutazione precedente.
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