Un grande dibattito sempre più acceso, ora più che mai: possiamo assumere medicinali scaduti? Se sì, fanno male e quale data è comunque pericolosa? La risposta non è poi così difficile: possiamo assumere 9 medicinali su 10 tranquillamente un anno dopo la loro scadenza. In testa a tutti i classici antinfiammatori e antidolorifici. Non sono invece assolutamente da prendere antibiotici e i cosiddetti salvavita. Ecco i farmaci che possiamo assumere anche un anno dopo la loro scadenza in questo articolo degli Esperti della nostra Redazione.
Cosa significa scadenza di un farmaco
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Per prima cosa andiamo ad analizzare cosa voglia realmente dire scadenza di un farmaco. La data che troviamo impressa sulle confezioni non sta a indicarci una data oltre la quale il medicinale diventi pericoloso. Indica semplicemente il tempo garantito dalla casa produttrice perché il farmaco abbia effetto. Assumere un medicinale un anno o due dopo la scadenza, nella maggior parte dei casi significa farlo senza il suo effettivo potenziale. Quindi, per essere ancora più chiari, se assumiamo un antidolorifico entro la data di scadenza, la sua efficacia è del 100%. Diversamente, se lo prendiamo dopo un anno, il suo potenziale potrebbe scendere all’80%. Ecco i farmaci che possiamo assumere anche un anno dopo la loro scadenza e cosa accade al nostro organismo.
Parola d’ordine: evitare lo spreco
Assumere un farmaco scaduto, che non sia antibiotico o salvavita, capita, secondo le statistiche a 4 famiglie italiane su 10. Nella maggior parte dei casi parliamo di farmaci blandi che possono aiutarci contro l’emicrania, il mal di stomaco, la nausea o qualche dolore articolare. Assumerne qualcuno saltuariamente entro 5 anni dalla sua effettiva scadenza non dovrebbe comportare danni collaterali, ma ci aiuta, in compenso, a evitare gli sprechi. In Italia non esiste, allo stato attuale un organo che controlli e testi continuativamente i farmaci scaduti, così come avviene invece in altri stati internazionali.
Attenzione i farmaci in versione liquida
Diversa invece è la situazione di farmaci in versione liquida, come sciroppi e colliri. In questo caso, se li assumiamo, ci prendiamo la responsabilità di farlo, consapevoli che il prodotto possa aver subito delle alterazioni. A differenza infatti dei classici farmaci in pastiglie, quelli liquidi possono creare dei sedimenti e soprattutto risentono della temperatura in cui vengono conservati.
Dove conservare i farmaci
Quando pensiamo di assumere un farmaco, sia adesso da poco comprato o sia scaduto, dobbiamo conservarlo nei luoghi della casa che siano lontani dall’ umidità, dal caldo e dalla luce. Molti, per comodità conservano i farmaci in bagno o in cucina, ma attenzione che sono due dei luoghi più caldi e umidi della casa.
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