Tra i prodotti d’investimento più graditi dai risparmiatori ci sono i buoni fruttiferi postali (BFP). Sono semplici da comprendere, facili da acquistare e danno sempre la garanzia del capitale iniziale. In più c’è da dire che in passato gli interessi erano decisamente interessanti. Si tratta, dunque, di una “stima” meritata nel tempo e che spiega il gradimento da parte dei risparmiatori.
Tuttavia, la scelta del prodotto giusto in base alla durata dell’investimento può fare tanta differenza in termini di rendimenti finali. Vediamo allora come regolarsi, dunque ecco i buoni fruttiferi postali da scegliere nel 2022 per riscuotere gli interessi maggiori in base alla durata.
Una panoramica dei punti di forza e di debolezza dello strumento
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Illustriamo con ordine tutti i punti di forza dello strumento:
- sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti (Poste Italiane si occupa solo del collocamento) e quindi godono della garanzia dello Stato;
- non hanno costi di acquisto, gestione e rimborso;
- il loro riscatto può avvenire sia a naturale scadenza che in corso di maturazione. Danno sempre diritto al 100% del capitale iniziale;
- gli interessi sono fissi e crescenti e maturano sin dal primo giorno dall’acquisto. Vengono però riconosciuti solo al completamento delle finestre temporali previste dallo specifico prodotto;
- godono di una fiscalità di vantaggio (12,50%) e sono esenti da imposta di successione;
- si acquistano facilmente sia online che presso lo sportello fisico e il taglio minimo in genere parte da 50 euro (e multipli).
La lista dei ‘contro’ dello strumento è minima. Uno riguarda il fatto che gli interessi si riscuotono solo liquidando il buono. Il secondo tocca invece un punto nevralgico del risparmiatore e riguarda i rendimenti. Come abbiamo già visto, risultano obiettivamente risicati, specie rispetto agli attuali livelli dell’inflazione.
Ecco i buoni fruttiferi postali da scegliere nel 2022 per riscuotere gli interessi maggiori in base alla durata
Nell’ambito del reddito fisso, BFP e titoli di Stato risultano preferibili nel medio-lungo termine. In particolare, i rendimenti dei buoni sono in genere del tipo step-up, cioè aumentano al crescere del periodo di possesso. Tra i titoli di Stato questo meccanismo vale per esempio per i BTP Futura.
Prendiamo a riferimento 4 ipotetiche durate di un investimento: 5, 10, 15 e 20 anni. Come regolarsi per assicurarsi il massimo guadagno?
Al momento in cui scriviamo, sulla durata a 5 anni è il buono “4 anni risparmiosemplice” è il prodotto che rende di più, in soli 4 anni. Tuttavia, per ottenere il rendimento premiale a scadenza vanno rispettate alcune condizioni.
Sulla scadenza a 10 anni, invece, il titolo più conveniente risulta essere il buono 3X4. In questo caso l’investimento terminerebbe già alla fine del nono anno. Infine sulla durata a 15 e 20 il prodotto più interessante risulta il buono 4X4 (al netto del buono dedicato ai minori, riservato agli under 18). Su entrambe le scadenze, la convenienza sarebbe quella di sottoscrivere il buono e di tenerlo per tutti e 16 gli anni.
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