Settembre è il mese ideale per fare i lavori in giardino e in orto e per occuparsi delle faccende di casa. Una di queste potrebbe riguardare gli investimenti da fare adesso per il futuro di breve, medio e lunga durata. Potrebbe trattarsi del guadagno derivante dalla vendita di un bene o un extra profitto. O più semplicemente di gestire i risparmi messi da parte nei primi mesi dell’anno.
In questi ed altri casi simili, ecco i 5 buoni fruttiferi postali più ricchi d’autunno scelti in base al tempo dell’investimento.
Le caratteristiche positive di questo prodotto d’investimento
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In finanza, come nella vita in generale, nulla è per sempre e niente dura in eterno. Nei decenni passati i buoni fruttiferi postali (BFP) hanno fatto la gioia e la fortuna degli investitori. Gli interessi fissi e crescenti garantivano ricchi montanti finali, anche grazie alla lunga durata.
Oggi i rendimenti di questi prodotti sono molto più modesti rispetto al passato. Malgrado ciò i risparmiatori continuano a preferirli per una serie di ragioni:
- la garanzia dello Stato sul capitale investito;
- la certezza assoluta di riavere indietro i soldi sia a scadenza che nel corso del periodo di maturazione;
- la tassazione agevolata al 12,50% e l’esenzione dall’imposta di successione;
- il taglio minimo sottoscrizione, alla portata di tutte le tasche;
- l’assenza di costi di acquisto, gestione e rimborso finale;
- la struttura dei tassi, fissi e crescenti all’aumentare del periodo di possesso.
Si tratta di elementi che fanno molto gola al risparmiatore avulso al rischio e che punta principalmente sulla certezza del capitale.
I principali difetti dei buoni
Questo però non vuol dire che siano prodotti privi di punti di debolezza. Vediamone alcuni.
In primis, non è raro incontrare prodotti d’investimento concorrenti con guadagni più generosi a parità di rischio e durata. Si pensi al conto deposito vincolato o agli attuali ricchi rendimenti dei titoli di Stato.
Inoltre la struttura dei rendimenti del tipo step-up penalizza puntualmente i primi anni di investimento nello strumento. Cioè, gli interessi più alti arrivano sempre nella parte finale della vita dei BFP. Pertanto un eventuale disinvestimento anticipato potrebbe deludere il risparmiatore in termini di guadagno conseguito.
Ancora, i BFP non distribuiscono interessi nel periodo di maturazione ma tutto viene accredito alla fine, all’atto dell’accredito del montante finale.
Ecco i 5 buoni fruttiferi postali più ricchi d’autunno in base alla durata
Vediamo allora quali buoni sembrerebbero più interessanti in base alla durata dell’investimento.
Sul breve-medio periodo spicca sia il titolo 3 anni Plus quanto, e soprattutto, il buono 4 anni risparmiosemplice. Nel primo caso (durata 3 anni) il rendimento annuo lordo a scadenza è pari all’1,00%. Nel secondo il guadagno premiale arriva all’1,50% annuo lordo annuo al raggiungimento di minimo 24 sottoscrizioni.
Sul medio termine ecco il buono 3X2, che rende l’1,75% annuo lordo al termine dei 6 anni di investimento complessivi.
Infine, sul lungo termine spiccano il buono 4X4 (16 anni di durata) e il titolo dedicato ai minori (durata massima 18 anni). I redimenti sono del 3,00% nel primo caso mentre possono arrivare fino al 3,50% nel secondo.
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