Noi, specialmente in Italia, siamo abituati ad utilizzare molto il danaro contante. Tuttavia, gli ultimi incentivi introdotti dal Governo e il coronavirus che ci hanno obbligati ad effettuare acquisti online pur di rimanere a casa. Hanno segnato una vera svolta.
Quali pagamenti non bisogna fare in contanti
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Oggi, rispetto a ieri, l’utilizzo del contante è consistentemente diminuito. Rispetto a ciò, comunque, vi sono dei pagamenti che è opportuno non fare in denaro contante per una serie di ragioni che spiegheremo.
Si tratta di situazioni in cui si perderebbe il diritto a ottenere benefici fiscali oppure di quelle nelle quali l’assenza di una prova di pagamento ridonderebbe a nostro svantaggio.
Infine, vi sono quei pagamenti in cui è obbligatorio utilizzare strumenti tacciabili. Si tratta di quelli che esuberano i 2.000 euro, di talché effettuarli in contanti potrebbe comportare delle conseguenze sul piano sanzionatorio. Ciò premesso, ecco i 10 pagamenti che è consigliabile fare con carta, bancomat o bonifico e mai in contanti.
Abbiamo in precedenza indicato le ragioni per le quali, in taluni casi, è consigliabile eseguire i pagamenti con carta, bancomat o bonifico e mai in contanti. Adesso, passiamo ad esaminare quali sono le ipotesi specifiche.
Spese mediche, ristrutturazioni casa e acquisto mobili
Le spese mediche. In tal caso, facendo relativi pagamenti in contanti, si perderebbero i benefici fiscali. Ossia la detrazione del 19%. Il contante, invece, può ancora essere usato per l’acquisto di medicinali, dispositivi medici e prestazioni sanitarie, conseguite presso strutture pubbliche o private accreditate.
Ristrutturazioni casa e acquisto mobili. Anche in tal caso, come nel primo, si perderebbero le detrazioni fiscali riconosciute dalla legge. Nella specie, per non perderle, occorre pagare con bonifico parlante. Ossia a mezzo di un bonifico nel quale sono riportati tutti i dettagli della spesa effettuata.
Pagamento di elettrodomestici e prodotti tecnologici, prestiti o pagamenti
Pagamento di elettrodomestici e prodotti tecnologici. Ciò in quanto il pagamento tacciabile fornisce la prova dell’acquisto, anche se si perde lo scontrino. In tal modo, è possibile far valere la garanzia in caso di necessità di sostituzione o riparazione.
Quando si fanno prestiti o pagamenti. Anche quando si fanno prestiti o pagamenti è bene lasciarne traccia in modo da rendere più agevole la prova degli stessi. In alternativa, è possibile farsi rilasciare una quietanza dall’altra parte.
Pagamenti rateali, pagamenti da 2.000 euro in sù, pagamenti periodici
Pagamenti rateali. Anche qui, il pagamento tracciabile vale allo stesso scopo anzidetto. E cioè per provare l’avvenuto pagamento. In alternativa, bisogna farsi rilasciare una quietanza di pagamento.
Pagamenti da 2.000 euro in sù. Essendo obbligatorio per legge, fino al 31 dicembre 2021, quando la soglia del contante sarà ulteriormente abbassata a 1.000 euro.
Pagamenti periodici. Si pensi, ad esempio, all’affitto in cui il pagamento, con carta o bonifico, serve come prova dell’avvenuto pagamento.
Altri pagamenti che non bisogna fare in contanti
Condominio. Per la stessa ragione anzidetta.
Regali tra parenti. In questo caso, lo scopo è quello di evitare accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, tutte le volte in cui si facciano delle donazioni in famiglia.
Stipendio da corrispondere a badante, colf e domestica. Anche in questa ipotesi, l’obiettivo sarebbe quello di evitare eventuali future recriminazioni sui pagamenti già avvenuti.
Ecco svelati, dunque, quali sono i 10 pagamenti che è consigliabile fare con carta, bancomat o bonifico e mai in contanti.