Come ogni anno, ricorre l’invio della dichiarazione dei redditi per milioni di contribuenti. Anche i pensionati non sono esenti da un simile adempimento fiscale che nella più parte dei casi assolvono tramite modello 730. Se i dati fiscali evidenziano una posizione debitoria, allora potrebbe aver luogo il cosiddetto “conguaglio fiscale”. Ecco gli sfortunati che riceveranno meno soldi sugli assegni delle pensioni INPS a partire dalla prossima estate. Cerchiamo di capire come funziona e quando esattamente aspettarsi un cedolino meno ricco.
Quali pensionati devono presentare la dichiarazione dei redditi?
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Non tutti i contribuenti hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Esistono diverse situazioni finanziarie che esonerano il contribuente dalla presentazione di tale documento. Tutte le possibili cause le abbiamo elencate nell’articolo “Chi non deve presentare il modello 730/2021 ed è esonerato dalla dichiarazione dei redditi”. La regola si applica anche ad alcuni pensionati che percepiscono il solo reddito della pensione. In tutti gli altri casi, è sempre utile non dimenticare questo appuntamento fiscale. La ragione risiede principalmente nelle eventuali sanzioni o more che scattano per l’invio tardivo o il mancato invio. I dettagli sono consultabili nell’articolo “Scattano multe pesantissime dall’Agenzia delle Entrate a chi non presenta questo importante documento fiscale entro i termini”. Vediamo ora come procederanno i calcoli dei conguagli IRPEF per l’anno 2021 e in quali casi il ricalcolo si ripercuote sulla pensione.
Ecco gli sfortunati che riceveranno meno soldi sugli assegni delle pensioni INPS a partire dalla prossima estate
In ragione dei redditi che il pensionato dichiara, si stabilisce lo scaglione IRPEF nel quale rientra. Laddove risulti un versamento dell’imposta inferiore rispetto al dovuto, il Fisco interviene ad effettuare il conguaglio IRPEF. Nel caso dei pensionati, questo avviene direttamente sul cedolino pensione ad opera dell’INPS che agisce in qualità di sostituto di imposta. Per i pensionati il conguaglio scatta a due mesi dall’invio della dichiarazione dei redditi. Questo significa che i conguagli potranno avvenire tra agosto e novembre 2021 in base alla data di invio dei dati.
Ricordiamo che quest’anno è possibile effettuare l’invio della documentazione da maggio fino al 30 settembre 2021. Questo vuol dire che coloro che hanno provveduto nel mese di maggio, dovrebbero poter vedere gli effetti del conguaglio già nel mese di agosto. Il medesimo calcolo si applica a chi invia i dati nei mesi successivi. Pertanto, dal mese di agosto chi si trova in posizione debitoria con il Fisco, potrebbe ricevere un assegno di pensione più basso per le ragioni appena descritte. Viceversa, chi ha maturato un credito, potrebbe assistere ad un leggero aumento risultante dal rimborso.