Quando si decide di mettere al Mondo un figlio ci si assume una responsabilità enorme. Una responsabilità che, tra l’altro, non cessa al compimento della maggiore età della progenie. I genitori, fin dai primi anni di vita, devono educare e guidare i figli. Ma questo non significa che crescendo viene meno il suo bisogno dei genitori.
Anche una volta che compie i 18 anni i genitori devono continuare a mantenerlo e a garantirgli un percorso di studi che lo faccia, poi, realizzare come persona. Ma se la prole va mantenuta finchè studia, ecco fino a quando si deve dare il mantenimento quando invece non studia e non lavora.
Assegno di mantenimento, fino a che età?
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La normativa italiana non prevede un’età specifica superata la quale il genitore non è più tenuto a mantenere il figlio. Dobbiamo sottolineare che il problema si presenta soprattutto per i genitori separati o divorziati. Visto che quando i genitori sono sposati ed il figlio vive con loro, lo mantengono fornendogli vitto, alloggio e bisogni primari. In caso di genitori che non vivono insieme, quello non convivente è tenuto a versare assegno di mantenimento. E a partecipare alle spese per la prole come ad esempio vacanze, motorino e automobile.
Nel caso, invece, di genitore tenuto a passare un assegno di mantenimento per i figli, il discorso è diverso. Non è con il compimento dei 18 anni che l’obbligo di assegno di mantenimento viene meno. Fino a quando i figli, anche se adulti, non sono in grado di mantenersi da soli il mantenimento è dovuto. L’obbligo di pagare l’assegno, quindi, viene meno solo quando la prole diventa economicamente autosufficiente. Per accadere questo, però, è necessario che i figli lavorino e abbiano una retribuzione che gli permetta di fronteggiare tutte le spese.
Ecco fino a quando si deve dare il mantenimento al figlio maggiorenne che non studia e non lavora
Questo significa che se un figlio non ha voglia di lavorare il genitore è tenuto a mantenerlo per tutta la vita? Assolutamente no. La Corte di Cassazione al riguardo ha stabilito che l’autosufficienza economica si ha quando il lavoro è stabile ed adeguata alle proprie aspirazioni. Ovviamente la professione deve anche essere adeguatamente retribuita. L’impegno dei genitori nei confronti dei figli al mantenimento, però, non può essere illimitato nel tempo.
Ed è sempre la Corte di Cassazione con l’ordinanza 17183 del 2020, ad indicare una via di uscita. In essa i Giudici dichiarano che rifiutare ingiustificatamente un lavoro fa venire meno l’obbligo di mantenimento. Superata una certa età, quindi, il figlio deve mettere da parte le aspirazioni e anche i sogni se non riesce a trovare il lavoro che vuole. Ma deve accettare quello che gli viene proposto per rendersi autonomo e sgravare i genitori dal suo mantenimento.
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