Ogni anno in Italia torna alla ribalta la discussione sulla riforma delle pensioni e questo, generalmente, provoca nei lavoratori molta preoccupazione. Memori di quanto accaduto, infatti, nel 2012 con la Legge Fornero, tutti coloro che sono alle porte del pensionamento hanno paura. Il timore principale è quello di veder allontanare l’ambito traguardo per colpa di modifiche o abolizioni delle misure in vigore.
Questo è uno dei motivi principali per il quale i lavoratori hanno fretta di accedere alla quiescenza. Troppa incertezza e non poter pianificare il futuro, infatti, spingono a decisioni non meditate. Che in molti casi possono essere anche meno convenienti dal punto di vista economico. È come se cogliere il pensionamento nel momento che se ne crea l’opportunità fosse l’unica alternativa. Per non perderlo del tutto. Ma ecco fino a quando resta la pensione anticipata prevista dalla Legge Fornero.
Le riforma italiane sulla previdenza generano incertezza
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Purtroppo il nostro sistema previdenziale ha introdotto una serie di misure “a tempo”. Tipi di pensione non strutturali che hanno una durata limitata. Come ad esempio la Quota 100 che ha avuto una sperimentazione di 3 anni prima di essere sostituita dalla Quota 102. O come l’Opzione donna che viene prorogata di anno in anno ampliando i requisiti di accesso.
Ma la lavoratrice che raggiunge nel 2022 i requisiti, per sapere se rientrerà nei beneficiari del regime sperimentale nel 2023 dovrà attendere la fine dell’anno. E, questo, come è facilmente intuibile, crea un clima tutt’altro che sereno. Tra le altre cose molti sono i lavoratori che si interrogano sulle sorti della pensione anticipata ordinaria. Quella che si raggiunge, indipendentemente dall’età, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini. Per le donne è richiesto un anno di contributi in meno.
Ecco fino a quando resta la pensione anticipata INPS con 42 anni e 10 mesi di contributi prevista dalla Legge Fornero
La preoccupazione maggiore per i lavoratori è che la riforma previdenziale allo studio possa, in qualche modo, abolire o modificare la pensione anticipata ordinaria. Quella prevista dalla Legge Fornero. Ci sentiamo in dovere di tranquillizzare tutti i nostri lettori al riguardo.
Il Governo, nei tavoli di incontri con le parti sociali, sta cercando una misura di flessibilità in uscita. Una forma di pensionamento, quindi, che permetta un’uscita dal mondo del lavoro meno rigida. Questo perché a fine anno anche la Quota 102 andrà in scadenza. E, quindi, i lavoratori avrebbero solo la Legge Fornero per potersi pensionare. Non si tratta, quindi, di una riforma profonda che mette in discussione le misure strutturali. Su una cosa si potrà essere tranquilli, nel 2023 sarà ancora possibile accedere alla pensione con le misure contenute nella Legge previdenziale in vigore, ovvero:
- pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi maturati;
- pensione anticipata, indipendentemente dall’età, al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne.
La pensione anticipata ordinaria, quindi, resterà in vigore fino a quando non interverrà una riforma strutturale che metta mano alla Legge Fornero. Ma, in base alle intenzioni del Governo, questo non sembra essere in programma in tempi brevi.
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