Durante una giornata tipo di ciascuno di noi, si alternano periodi di focalizzazione e attenzione continua a periodi di stasi, in cui non pensiamo a un argomento in particolare e in cui la nostra mente vaga. Se in quel momento qualcuno dovesse farci la fatidica domanda: a che cosa pensi? La risposta è quasi automatica: a niente. Ecco, ma esattamente che cosa pensiamo quando non pensiamo a niente? Quel niente in realtà è ricco di connessioni e salti temporali, è un momento unico in cui la mente si distacca dal presente e saltella tra pensieri disparati.
Ora, alcuni ricercatori hanno studiato questo famoso niente, facendo delle scoperte insperate e inaspettate a riguardo. Per esempio, hanno visto che nei pochi minuti in cui ci perdiamo tra i nostri pensieri pensati, la nostra personalità, i nostri problemi, il nostro orizzonte si incunea tra di essi. Ed ecco che il niente, anziché essere niente, o diventare niente di niente, in realtà comprende il tutto, quello che siamo e che non possiamo fuggire.
Molly Bloom e l’irlandese
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Uno dei libri più importanti della letteratura mondiale di tutti i tempi, è l’Ulisse di James Joyce, lo scrittore irlandese. È un libro difficile da leggere, fondamentale per l’enorme influenza che avuto sulla letteratura successiva. Nell’ultimo capitolo del libro, c’è il monologo di Molly Bloom.
Molly Bloom è la moglie di Leopold, il personaggio principale del romanzo. È una cantante d’opera ma questo è marginale rispetto al resto. Quel che Joyce fa alla fine del romanzo è calarsi nella testa di Molly. Ecco che il monologo di Molly è in realtà un viaggio tra i suoi pensieri. Dal punto di vista grafico, fa impressione non vedere punteggiatura, i vari pensieri si accavallano senza contiguità, sciolti, riprendendo il passato, per poi parlare del presente. È quella sospensione dalla realtà, quella fascinazione, che subiamo quando viaggiamo nella nostra testa, anche se siamo in coda in posta, o seduti in bagno.
Ad un certo punto Molly si focalizza sulla carta da parati “che tipo di fiori hanno inventato come stelle la tappezzeria a Lombard Street era molto più carina”, pensa.
Ecco esattamente che cosa pensiamo quando non pensiamo a niente
I ricercatori dell’Università dell’Arizona, hanno registrato 78 volontari che, singolarmente, erano rimasti chiusi in una stanza, senza distrazioni di sorta. Era stato chiesto loro, di esprimere i propri pensieri ad alta voce e di parlare durante quei dieci minuti. L’obiettivo dello studio (Raffaelli Q et al, 2021), era capire come reagisce la mente durante le piccole pause quotidiane, quando possiamo un po’ staccare dal rumore di fondo del presente. In particolare, si voleva studiare il pensiero “ruminativo”, il tarlo che torna sempre, anche quando vogliamo pensare ad altro.
Gli scienziati hanno scoperto che la maggior parte delle persone parlava del presente e del futuro in maniera abbastanza neutrale. Un gruppo ristretto di persone però tornava “a loop” sugli stessi pensieri, per lo più pensieri negativi del passato o del presente. Erano anche pensieri focalizzati su se stessi anziché sul Mondo esterno. Successivamente hanno scoperto che a questi soggetti era stata diagnosticata una qualche forma di depressione.
È sorprendente, come dieci minuti con noi stessi, dieci minuti di niente, dicano però tutto sul nostro stato mentale.