L’ingrossamento dei linfonodi può essere ascrivibile a cause di diverso genere ed entità. Si potrebbe trattare di una situazione temporanea legata a uno stato infiammatorio, oppure di un sintomo connesso all’insorgenza di un cancro. In questi casi, ecco dopo quanto tempo preoccuparsi per linfonodi ingrossati e quali controlli fare.
Quando si ingrossano e perché
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Le ghiandole linfatiche che costituiscono il sistema linfatico del nostro organismo, si trovano sparse in tutto il corpo. Questo sistema è costituito da una serie di vasi che formano una vera e propria rete di trasporto dei globuli bianchi, o linfociti, nel corpo.
I linfociti svolgono una importante funzione immunitaria nell’organismo e contrastano infezioni e malattie. È proprio all’interno dei linfonodi che si intrappolano eventuali batteri o virus di modo che i linfociti possano distruggerli. Spesso accade che al tatto alcuni linfonodi del collo, delle ascelle o dell’inguine presentino un rigonfiamento al quale si associa talvolta dolore.
In questi casi, l’aumento di volume potrebbe rappresentare un campanello d’allarme che è utile non trascurare in circostanze se la situazione persiste nel tempo. È importante fare delle analisi cliniche accurate di modo da escludere patologie come il linfoma o altre malattie invalidanti.
Ecco dopo quanto tempo preoccuparsi per linfonodi ingrossati e quali controlli fare
Il rigonfiamento di un linfonodo potrebbe essere la causa di un banale raffreddore o di alcune forme di cancro. Come capire quando è il caso di effettuare delle visite mediche e degli esami specialistici? Per prima cosa è utile capire in quale zona del corpo i linfonodi sono ingrossati. Generalmente, i linfonodi rigonfi ai lati del collo e nella zona mandibolare hanno cause benigne alla loro base come mal di gola o raffreddore.
I linfonodi ingrossati all’inguine o alle ascelle si possono gonfiare spesso a causa di infezioni e meno di frequente per problemi connessi a tumori. Se invece i linfonodi interessano l’area della clavicola, allora è bene eseguire opportuni accertamenti. In ogni caso, se l’ingrossamento persiste per più settimane o sono presenti altri sintomi come febbre, arrossamento dell’area o dolore, è bene rivolgersi al medico.
In questi casi, ci sono diverse tipologie di accertamenti che è possibile svolgere. Per ottenere una diagnosi precisa il medico potrebbe richiedere degli esami di laboratorio, una biopsia, una radiografia toracica o altri esami strumentali specifici.
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