Ecco da quando 67 anni di età non basteranno più per la pensione e serviranno oltre 43 anni di contributi

Ecco da quando 67 anni di età non basteranno più per la pensione-proiezionidiborsa.it

Se c’è una cosa che oggi è difficile fare è programmare la propria pensione futura. Perché probabilmente se non nel 2024, nei prossimi anni il sistema subirà un profondo restyling. La riforma delle pensioni è più di una promessa fatta dal Governo. Ed anche se non nell’immediato, almeno entro la fine dei 5 anni di legislatura, la missione andrà in porto. Pertanto, diventa complicato pensare alla pensione futura per quanti si trovano a qualche anno di distanza dal raggiungere i requisiti per una determinata misura previdenziale. Certo, molto dipende dalla situazione del singolo lavoratore.

Fatto sta che ad oggi di certezze ce ne sono poche, soprattutto in ottica 2026. Perché abbiamo sottolineato questo anno? Perché probabilmente proprio da quell’anno cambieranno anche i requisiti per le pensioni di vecchiaia e per le pensioni anticipate, che erano e sono le uniche misure strutturali e certe del sistema. Almeno al momento.

Ecco da quando 67 anni di età non basteranno più per la pensione e serviranno oltre 43 anni di contributi

Almeno fino al 2026 secondo le regole attuali del sistema pensionistico italiano le pensioni di vecchiaia si centreranno sempre con 67 anni di età e con 20 anni di contributi versati. Allo stesso modo fino al 2026 le pensioni anticipate ordinarie si completeranno con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne.

E dopo cosa succede? Innanzitutto potrebbero nascere nuove misure di pensionamento anticipato come la tanto agognata quota 41 per tutti. Ma chi oggi si trova a tre anni circa dalla pensione di vecchiaia ordinaria o dalla pensione anticipata ordinaria, dal 2026 troverebbe meno certezze rispetto a quelle di oggi. Come è noto le pensioni sono collegate all’aspettativa di vita della popolazione. E proprio il collegamento delle pensioni alla stima di vita che mette a rischio anche la pensione di vecchiaia e quella anticipata per determinati lavoratori.

Per quella di vecchiaia non basteranno più i 67 anni di oggi

Chi compie 67 anni dopo il 2026 rischia di non poter andare in pensione a quell’età come invece accade oggi. Infatti l’aumento della vita media degli italiani dovrebbe produrre uno scatto di qualche mese in avanti dell’età pensionabile. E di conseguenza è probabile che anche la contribuzione utile alle pensioni anticipate ordinarie saliranno in uguale misura. La normativa vigente anche a seguito dell’aumento della mortalità per via della pandemia, non ha previsto lo scatto per il biennio 2025-2026. La diminuzione della vita media degli italiani però non ha riportato indietro i requisiti.

Perché sono previsti scatti solo in avanti. Alla fine di questo biennio però, sarà probabilmente tra i due ed i tre mesi l’aumento dei requisiti previsti. Come previsto dalla Legge 122 del 2010, è di massimo tre mesi ogni biennio lo scatto ammesso. Pertanto, chi punta alla pensione nel 2027 per esempio, potrebbe dover compiere 67 anni e 3 mesi per poter andare in pensione, sempre che abbia già i classici 20 anni di contributi. Per le anticipate invece si passerebbe a massimo 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni ed 1 mese per le donne. Per le pensioni anticipate ci sarebbe da fare i conti sempre con i 3 mesi di finestra per la decorrenza del primo rateo di pensione.

Consigliati per te