In questi giorni di vaccinazioni di massa, stiamo tutti esercitando un diritto: sia quello di sottoporci a questo trattamento sanitario, sia di astenerci se preferiamo. La nostra Costituzione dispone all’art. 32 che nessuno può esservi sottoposto senza la sua volontà. Tuttavia, bisogna sempre pensare che la salute è un bene primario.
Ecco cosa succede al lavoratore che rifiuta il vaccino ma si contagia e come si comportano le aziende.
Nonostante la poderosa campagna vaccinale messa in campo dal generale Figliuolo, la pandemia purtroppo non è finita. Ci sono ancora oltre un migliaio di contagi al giorno e tra i 50 e i 100 decessi quotidiani. Dunque, proviamo ad affrontare il tema in modo semplice. E senza pregiudizi di sorta, con l’aiuto degli Esperti di Lavoro e Diritti di ProiezionidiBorsa.
Ecco cosa succede al lavoratore che rifiuta il vaccino ma si contagia e come si comportano le aziende
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Di fronte al rifiuto del vaccino, il datore di lavoro può predisporre ogni misura idonea a salvaguardare l’ambiente in cui i dipendenti operano. E ciò mettendo in atto tutti gli accorgimenti possibili di prevenzione del contagio come le mascherine, i disinfettanti e i tamponi rapidi all’entrata in stabilimento o in ufficio. Ma anche cambiando le mansioni a chi non si vaccina, sempre a causa della salvaguardia della salute negli ambienti di lavoro.
Se però il lavoratore che ha rifiutato il vaccino si contagia, cosa succede? Resta ovviamente valido il suo diritto alla tutela assicurativa come infortunato. Ma non c’è il diritto al risarcimento del danno da parte del datore di lavoro, che aveva informato lo staff della possibilità di vaccinarsi.
Nello specifico l’INAIL precisa che “Il rifiuto di vaccinarsi, configurandosi come esercizio della libertà di scelta, anche se fortemente raccomandato dalle Autorità, non può costituire una condizione a cui subordinare la tutela assicurativa dell’infortunato”. L’infortunio dunque deve avere un’origine professionale e non estranea. L’INAILl in questi casi avvia una apposita indagine per verificarlo. In caso contrario, non si ha diritto alla tutela.
Perché l’azienda non rimborsa nessun danno
Il datore di lavoro non ha alcuna responsabilità nel caso del dipendente che si rifiuta di vaccinarsi e si contagia. L’azienda non è tenuta a risarcire nessun danno in caso che ciò accada.
Non possiamo pretendere forme di risarcimento per danni civili quando come lavoratori siamo stati informati delle potenziali conseguenze della mancata vaccinazione. E nonostante tutto, abbiamo scelto di non vaccinarci.
Il datore di lavoro si preoccupa subito di dimostrare che è estraneo alla scelta del suo dipendente. E che aveva predisposto tutte le misure di contenimento necessarie per scongiurare il contagio.