Una vera e propria tragedia per tutti coloro che amano i cani: veder soffrire il nostro amico a causa di una polpetta avvelenata. Questa orrenda consuetudine nata per inspiegabili ragioni. Adesso che la stagione si è messa al bello e le giornate si allungano è un vero piacere abbandonarsi alla passeggiata rilassante col nostro amico peloso. Ma, stando molto attenti a tutti quei pericoli che potremmo trovare portandolo nei boschi, nelle campagne e, addirittura in alcune aree cani. Sono perfino nati dei gruppi spontanei su Facebook o altri social per allertare e informare sulle zone a rischio vicino a casa. Lì dove i nostri cani potrebbero incappare nella stramaledetta polpetta avvelenata. Ecco cosa fare e come comportarsi in questi casi, ricordandoci che la nostra rapidità potrebbe significare la salvezza del nostro amico.
Prima cosa da fare è farlo vomitare
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Se ci sorgesse il dubbio che il nostro amico abbia mangiato una polpetta avvelenata, la prima cosa da fare sarebbe farlo vomitare. Non è facile farlo noi stessi, e, allora, catapultiamoci dal veterinario o al primo ambulatorio aperto h24. Sicuramente avremo il cellulare con noi e, allora avviamo la ricerca immediata per trovare un veterinario che sia aperto per le emergenze. Non dobbiamo assolutamente indugiare anche a causa delle ultimissime polpette che stanno girando con all’interno il veleno per topi.
Ecco cosa fare e come comportarsi se il nostro amico a 4 zampe ingurgita una polpetta avvelenata
Non bastavano i chiodi all’interno della polpetta e i vari acidi devastanti per fegato, intestino e pancreas. Adesso nelle polpette ci sono anche esche per topi. Con lo stesso principio che attira i ratti molesti, queste esche, che si trovano in commercio libero, sono delle vere e proprie bombe per la salute dei nostri amici. Fatte di gusti attraenti, innescano l’olfatto e il gusto dei nostri cani, provocando loro, se ingerite, una morte lenta e straziante. Anche in questo caso, se vediamo che il cane ha mangiato qualcosa che non va, portiamolo al volo dal veterinario. Che lo farà vomitare, per poi somministrargli l’antidoto e magari ordinare una cura di vitamina K. Ecco cosa fare, ricordandoci che la parola chiave è: velocità d’azione.
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