La perdita di una persona cara può essere un momento davvero complicato nella vita delle persone che le stanno intorno. Con la persona cara sparisce un pezzetto della nostra vita e un punto di riferimento per noi. Dunque, il dolore personale e affettivo è assolutamente prevalente. Si pone, però, anche tutta una serie di problematiche legali. Si pensi, ad esempio, alla successione. Infatti, al momento e nel luogo della morte si apre la successione del defunto. E quindi ci sarà il problema dell’individuazione del testamento e della divisione dei beni ereditari. E accanto a questo si dovrà vedere se il testatore ha rispettato le quote legittime degli eredi, altrimenti deve intervenire la Legge per recuperarle.
Non solo questo, ultimamente si parla sempre più spesso di danno da perdita del rapporto parentale. Termini abbastanza complessi per definire un concetto piuttosto semplice. Se la scomparsa della persona cara è in qualche modo addebitabile all’attività di un terzo, avremmo diritto ad un risarcimento del danno. Il problema di questo tipo di danno è che vuole liquidare con il denaro qualcosa che gioca su un piano completamente diverso.
Le tabelle per il computo
Indice dei contenuti
Si vuole, cioè, liquidare con il denaro la sofferenza per la scomparsa del proprio caro. Dunque, ecco cosa è e come si calcola questo danno molto particolare. Proprio perché è un danno molto complicato da quantificare, la giurisprudenza ha adottato lo stesso metodo del danno biologico. Infatti, quando si subisce un danno alla propria integrità fisica, sempre per l’azione di un soggetto terzo, si ha diritto ad un risarcimento. I giudici calcolano questo risarcimento utilizzando delle tabelle che prendono in considerazione soprattutto l’entità del danno e l’età del soggetto danneggiato.
Anche per il danno da perdita del rapporto parentale le modalità sono molto simili. Infatti, i giudici hanno elaborato due tipi di tabelle, quelle di Roma e quelle di Milano. Tali tabelle, per calcolare il danno, prendono in considerazione alcuni criteri che vadano a qualificare l’intensità del rapporto d’affezione tra danneggiato e defunto. Questo è il modo che hanno trovato per tradurre un danno affettivo in un risarcimento monetario.
Ecco cosa è e come si calcola il danno da perdita del rapporto parentale
I criteri a cui si guarda sono, per fare degli esempi, il grado di parentela, sopravvivenza di altri congiunti con lo stesso grado di parentela, l’età del danneggiato. E altri indici di questo tipo. Interessante una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, numero 22397 del 2022. I giudici dovevano liquidare il danno da perdita del rapporto parentale ad una sorella che aveva perso il fratello. Questo viveva in un altro Continente, per cui i giudici di merito sostenevano che la lontananza geografica desse la prova di un rapporto poco stretto. E per questo non spettasse alcun risarcimento. La Cassazione ha sostenuto il principio opposto. Infatti, la Corte ha spiegato che non si può certo valutare dalla lontananza geografica l’intensità di un rapporto affettivo, e dunque ha riconosciuto il risarcimento.
Lettura consigliata