Il lavoro è sempre più instabile e precario. Molto spesso si cambia non solo datore di lavoro ma anche tipologia di attività. Ed è facile trovare persone che prima svolgevano lavoro autonomo e poi hanno optato per quello dipendente. O ancora, chi lavorava nel privato, successivamente, ha trovato un posto nella Pubblica Amministrazione. Questo comporta un cambiamento di cassa previdenziale e, quindi, un frazionamento dei contributi presso diversi enti. Ma ecco cosa comporta richiede la pensione se si hanno contributi versati in diverse gestioni.
Diverse gestioni previdenziali cosa significano per la pensione?
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Non sempre è chiarissimo il funzionamento della previdenza. Un lavoratore dipendente del settore privato versa i suoi contributi nell’AGO dell’INPS e l’istituto provvederà, poi, a pagare la pensione spettante. Un lavoratore del pubblico impiego, però, non versa i contributi nell’AGO bensì nella cassa Stato, ex INPDAP. E alla fine la pensione la liquiderà l’ex INPDAP.
Ma cosa accade se nel corso della vita lavorativa si cambia carriera? Se si versano parte dei contributi in una cassa previdenziale e parte in un’altra? Chi pagherà la pensione, alla fine, e come?
Carriere e contributi frazionati
Se un lavoratore versa in diverse casse previdenziali i propri contributi a fine carriera dovrà provvedere a riunificarli. Può farlo con la ricongiunzione dei contributi che sposta fisicamente i contributi da una cassa all’altra e da luogo ad un’unica pensione. Ma si tratta di una scelta onerosa che può costare anche diverse decine di migliaia di euro.
Ci sono due alternative alla ricongiunzione e sono la totalizzazione ed il cumulo dei contributi. Si tratta di due scelte entrambe gratuite che funzionano, grossomodo, allo stesso modo. Ma la totalizzazione è utilizzata meno poiché richiede il ricalcolo contributivo dell’assegno. Ed in alcuni casi comporta una perdita abbastanza consistente sulla pensione.
Ecco cosa comporta richiedere la pensione di vecchiaia in cumulo
Il cumulo gratuito permette di valorizzare tutti i contributi presenti in diverse casse previdenziali. La pensione, calcolata pro quota da ognuna delle casse previdenziali coinvolte, sarà liquidata interamente dall’INPS. Ma bisogna considerare che ognuna delle casse previdenziali applicherà le proprie regole per il calcolo dei contributi e della quota di assegno relativa.
Il cumulo, in alcuni casi è meno conveniente della ricongiunzione. Come ad esempio nel caso di carriere con retribuzioni crescenti negli ultimi anni e senza precariato. Con la ricongiunzione, infatti, gli ultimi stipendi avrebbero effetto sulla quota retributiva della pensione anche se versati presso altra cassa. Con il cumulo, invece, è maggiormente conveniente il pensionamento in caso di ultimi anni di lavoro poco brillanti. O con periodi di disoccupazione, cassa integrazione o lavoro precario.
Attenzione, però, perché il cumulo dei contributi non è possibile con quelli versati in fondi pensione integrativi, come ad esempio il Fondo casalinghe.
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