Il Governo riserva molte sorprese non solo in materia pensionistica, ma anche per il reddito di cittadinanza che potrà perdersi anche senza seguire un corso.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il DDL 2023 recante il bilancio 2023 e quello pluriennale 2023-2025 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio. Lo ha reso noto il comunicato stampa n.5 del 22 novembre pubblicato sul sito del Governo. La manovra oltre a precedere diverse misure di sostegno per le famiglie come il Bonus Sociale bollette o l’aumento dell’assegno unico, ha confermato diverse misure. Tuttavia pur confermandole ha apportato anche rilevanti novità come quelle previste per Opzione Donna.
Ma tra le modifiche più rilevanti e che tanti attendevano rientrano anche quelle riguardanti il tanto discusso reddito di cittadinanza. Se la Legge di Bilancio per il 2022 ha apportato rilevanti modifiche al reddito di cittadinanza, l’attuale Governo prevede regole ancora più stringenti. Il sussidio sarà erogato anche nel 2023 ma con importanti limitazioni e obblighi, pena la revoca, previste per i suoi percettori. In particolare ecco cosa cambierà per i soggetti titolari della misura.
Il sussidio e le modifiche apportate nel tempo
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Dunque ecco cosa cambierà per i titolari del sussidio. Il reddito di cittadinanza nasce come una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alla disuguaglianza. Si tratta di un sostegno economico volto ad integrare il reddito delle famiglie in difficoltà. Già con la Legge di Bilancio 2022 il reddito di cittadinanza è stato oggetto di modifiche e integrazioni. Tra queste rientra la modifica nella presentazione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Con l’attuale Legge l’immediata disponibilità non deve più rendersi nei 30 giorni dal riconoscimento del beneficio. Ciò in quanto già la domanda resa dall’interessato equivale a dichiarazione d’immediata disponibilità.
Inoltre i beneficiari devono accettare almeno una di due offerte congrue anziché tre. Mentre qualora si tratti di rinnovo del beneficio dovrà accettarsi, a pena di decadenza, la prima offerta di lavoro congrua. In caso di rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, scatta una diminuzione mensile di 5 euro al mese. Mentre al secondo rifiuto il sussidio sarà revocato.
Ecco cosa cambierà per i titolari del reddito a gennaio
Il 2023 riserva brutte sorprese per i percettori di reddito di cittadinanza in virtù delle nuove modifiche previste dal Governo Meloni. Dal 1°gennaio alle persone tra 18-59 anni abili al lavoro il reddito sarà riconosciuto per un massimo 7/8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili. Ciò non vale per coloro che abbiano nel nucleo persone con disabilità, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età. Qualora si rifiuti la prima offerta il beneficio sarà revocato. Infine i percettori di reddito dovranno seguire un corso di formazione o di riqualificazione professionale per un periodo non inferiore a 6 mesi. Anche senza tale partecipazione si decadrà dal servizio.