Ecco come sorvegliare la colf o la badante con una telecamera

lavoro, videosorveglianza

Ecco come sorvegliare la colf o la badante con una telecamera.

Lasciare qualcuno a custodire la casa oppure affidargli i propri genitori anziani da curare, può essere fonte di preoccupazione. Ma è possibile installare una videosorveglianza per controllare cosa accade quando si è assenti? Ecco le regole da rispettare, con l’aiuto della redazione Lavoro e Diritti di ProiezionidiBorsa.

Le leggi sul lavoro domestico

Esiste una legge sulla videosorveglianza nei luoghi di lavoro, la 300/1970, che permette l’installazione di impianti audiovisivi per il controllo a distanza dell’attività del lavoratore. Ma solo per esigenze organizzative e produttive, per la sicurezza del lavoro e la tutela del patrimonio aziendale. Per farlo, occorre un accordo sindacale o in difetto, l’autorizzazione della sede territoriale dell’Ispettorato del lavoro.  Chiarite le norme generali, va detto che il lavoro domestico di colf o badante è particolare per sua natura. Viene definito con chiarezza dall’art. 1 della Legge 339/1958 e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 585 del 23/12/1987. Inoltre, il datore di lavoro domestico è un privato che non organizza il lavoro in forma di impresa. Cosa che avviene invece per i soggetti considerati dallo Statuto dei Lavoratori.

Le leggi sulla videosorveglianza

Ecco come sorvegliare la colf o la badante con una telecamera. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (nota 8 febbraio 2017 prot. N. 1004), ha stabilito le regole da rispettare nella sorveglianza del lavoro domestico in una abitazione. Non si deve in questo caso applicare l’art. 4 co.1 della legge 300/1970. Non è necessaria la stipula di accordo sindacale e non occorre l’autorizzazione dell’Ispettorato.

Bisogna rispettare la normativa sulla privacy (D. Lgs 196/2003), che prevede il diritto alla riservatezza per i lavoratori. E l’obbligo per il datore domestico di informare il collaboratore. Bisogna inoltre ottenere il suo consenso circa l’installazione in casa della videosorveglianza. Installare i dispositivi dopo l’assunzione e senza il consenso del collaboratore, mette fine alla fiducia tra le parti. E può essere motivo di rescissione del rapporto di lavoro. È inoltre applicabile l’art. 8 della legge 300/270, che vieta di effettuare indagini sul profilo del lavoratore che non riguardino in modo diretto l’attività svolta.

Ecco come sorvegliare la colf o la badante con una telecamera

Si possono però installare apparecchiature di ripresa audio e video, con lo scopo di evitare possibili attività criminali, come il furto di oggetti preziosi. O per verificare eventuali comportamenti violenti nei confronti della persona assistita. In questi casi non è necessario ottenere il consenso del collaboratore. Nonostante la mancanza di questa firma, le prove ricavate dalla registrazione degli impianti possono essere utilizzate in sede di processo penale. Le riprese non possono essere utilizzate, invece, se ci si accorge che il collaboratore o la badante non svolgono le mansioni previste dal contratto di assunzione. Non si possono mostrare al giudice del lavoro per motivare un licenziamento.

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