Ecco come riconoscere se le marmellate e le conserve sono andate a male

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Chi non pensa con nostalgia alle conserve e alle marmellate della nonna fatte in casa?

Durante il lockdown sono in molti a essere tornati verso la tradizione. Abbiamo quindi ricominciato a fare il pane, a tagliarci i capelli da soli e a provare a fare marmellate e conserve. Se quelle industriali rispettano altissimi standard di sicurezza, quelle casalinghe possono portare alcuni rischi. Ecco come riconoscere se le marmellate e le conserve sono andate a male. In questo modo eviteremo indigestioni o problemi ancora più gravi.

Ecco come riconoscere se le marmellate e le conserve sono andate a male

Il nostro alleato più infallibile sono i cinque sensi. È infatti già utilizzando questi che potremo cogliere i primi segnali di un cibo andato a male. In questo caso ci vengono particolarmente d’aiuto vista, olfatto e gusto.

Tra i nemici più temibili di marmellate e converse ci sono infatti le muffe. Queste appaiono soprattutto sulla superficie e sono ben riconoscibili. Assumono infatti un colorito bianco o verdognolo e spesso sono in rilievo. Guardare con attenzione la superficie di marmellata e conserva prima di mangiarle è quindi una buona abitudine.
Se queste passano l’esame visivo possiamo però ancora affidarci a olfatto e gusto per valutare se il cibo è ancora buono o no. Se il barattolo emette un cattivo odore potrebbe essere il segnale che il cibo è mal conservato ed è andato a male. Stesso discorso per il gusto. Se questo è più difficile da valutare con le marmellate dolci, le conserve a base di verdura andate a male daranno un gusto rancido.

Chi ha paura del botulino?

Altro discorso, purtroppo, vale per il botulino. Questa tossina è invece insapore, inodore e incolore. Un’intossicazione da botulino può provocare il botulismo una malattia che porta la paralisi dei muscoli e può provocare anche la morte. La presenza di botulino è però più rara di quel che pensiamo. Per proliferare infatti questo ha bisogno di una temperatura che va dai 18 ai 25 gradi e un ambiente anaerobico, quindi privo di ossigeno. Predilige inoltre ambienti non acidi.

Le preparazioni quindi come la salsa di pomodoro sono a basso rischio. Il rischio di botulino è quasi nullo anche in ambienti ricchi di zucchero e quelli ricchi di sale. Le preparazioni come la salamoia, quindi, devono avere almeno il 15% di sale e bisogna rispettare le dosi di zucchero della marmellata date dalle ricette.

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