Andare in pensione per i lavoratori è un autentico sogno. E rimarrà tale per molti lavoratori che non potranno sfruttare nessuna misura previdenziale. Un tipico esempio sono i nati nel 1962 che non rientrano per il 2023 nemmeno nella nuova Quota 103. Ma dovranno solo aspettare un altro anno, e solo se fanno bene le cose.
Nei primi mesi del 2023 dovranno adempiere ad un obbligo che se disatteso rischia di precludere la pensione anche nel 2024.
Ecco come prepararsi alla pensione per i nati nel 1962 con la quota 97,6
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Niente pensione nel 2023 per chi è nato nel 1962. Compiendo 61 anni di età, salvo il caso dei precoci con 41 anni di contributi versati o di chi ha iniziato a lavorare talmente presto da arrivare a 42,10 anni di contributi, nel 2023 la pensione resterà quel sogno di cui parlavamo prima. Nel 2024 invece, l’occasione potrebbe arrivare. Infatti c’è una misura che potrebbe fare al caso proprio dei nati nel 1962. Si può uscire con 61 anni e 7 mesi di età aggiungendo un requisito contributivo e uno di quota.
Oltre naturalmente a svolgere delle particolari attività lavorative. La misura è lo scivolo usuranti, che consente di andare in pensione, come dicevamo, con 61,7 anni di età, almeno 35 anni di contributi versati e contestualmente il completamento della Quota 97,6. La misura riguarda i lavoratori che svolgono una di quelle mansioni logoranti previste dal Decreto Legislativo n° 67 del 21 aprile 2011.
Cos’è la domanda di certificazione del diritto
I nati nel 1962 potranno quindi andare in pensione nel 2024 con questa misura. Sempre che nel 2023 provvedano alla domanda di certificazione del diritto in tempo utile. Ecco come prepararsi alla pensione per i nati nel 1962 quindi, anche se si tratta di un pensionamento che riguarda solo il 2024. Questa misura consente il pensionamento a condizione che gli interessati producano domanda entro il mese di maggio dell’anno precedente quello in cui maturano i requisiti. Le domande per il riconoscimento dello svolgimento di lavori usuranti vanno presentate entro il 1° maggio 2023 dai lavoratori che matureranno i requisiti tra il primo gennaio 2024 ed il 31 dicembre dello stesso anno.
Senza questa tipologia di domanda, la cosa meno grave che può capitare ai diretti interessati è che la pensione slitti di alcuni mesi come decorrenza. Ma può andare ancora peggio se si arriva tardi dal punto di vista delle dotazioni. Essendo una misura finanziata ogni anno fino ad esaurimento risorse non è detto che nel 2024, chi presenta la domanda di certificazione di diritto in ritardo riesca comunque a prendere la pensione anticipata. Ecco perché pianificare la quiescenza è necessario.