Si avvicina la data del 1° gennaio 2022, quando diremo addio a Quota 100 (abbiamo già vista quali saranno i lavoratori più penalizzati). Essa è una delle forme di pensioni anticipate che consente di uscire dal mondo del lavoro con un’età minima di 62 anni e 38 di contributi.
Quindi a gennaio i lavoratori temono il c.d. scalone, ossia il ritorno da 62 anni di età ai 67 previsti dalla legge Fornero. Da mesi i partiti politici affermano che i lavoratori non correranno questo rischio, ma manca un’alternativa ufficiale per il post Quota 100. Tuttavia, alcuni progetti sembra che faranno molta più strada (in Parlamento) rispetto ad altre proposte.
Uno di questi riguarda la c.d. Super Ape Sociale, ossia l’allargamento dell’attuale Ape Sociale a più categorie di lavoratori rispetto alle attuali. Se il progetto dovesse diventar legge dello Stato, ecco come molti lavoratori nel 2022 potrebbero andare in pensione a 63 anni dopo Quota 100. Tramite Super Ape Sociale, appunto, ma vediamo nei dettagli di cosa si tratta.
I risultati della Commissione sui lavori gravosi
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Nel 2018, l’allora Governo Gentiloni aveva istituito la Commissione sui lavori gravosi, che ha appena concluso la fase istruttoria. In pratica, questo stadio ha allargato il numero delle professioni ritenute particolarmente pesanti. Si è passati, infatti, da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni o sottogruppi.
Per ottenere la nuova lista, l’INAIL ha applicato 3 indici al mansionario dei mestieri ISTAT, vale a dire:
- la frequenza degli infortuni rispetto alla media;
- il numero di giornate medie di assenza per infortunio;
- il numero di giornate medie di assenza per malattia.
Questo allargamento di attività gravose ora passerà al vaglio dei ministeri del Lavoro e dell’Economia. Infine l’ultima parola spetterà all’Esecutivo, che deciderà quali attività saranno incluse tra quelle ritenute gravose. Questa “promozione”, indirettamente, allargherà la quota di chi potrà accedere ad Ape Sociale.
Ape Sociale e la possibilità di andare in pensione a 63 anni
Ricordiamo che Ape Sociale è un’indennità (al massimo 1.500 euro lordi) a carico dello Stato ma erogata dall’INPS. Possono accedere al beneficio i residenti in Italia che abbiano almeno 63 anni di età e si riconoscano in uno dei 4 profili di tutela previsti per legge.
L’obiettivo, dunque, sarebbe quello di allargare la platea dei lavoratori che possono accedere a questa forma pensionistica con 63 anni di età e 36 di contributi. Ma a patto di aver svolto una professione particolarmente pesante per 6 anni negli ultimi 7 oppure 7 anni negli ultimi 10.
Ecco come molti lavoratori nel 2022 potrebbero andare in pensione a 63 anni dopo Quota 100
Ape Sociale così come inizialmente legiferata ha poco funzionato. Il motivo è che a questo vitalizio possono accedere solo pochi lavoratori. Lo dimostra indirettamente l’alto numero delle domande respinte in questi anni.
Questa revisione, invece, potrebbe allargare di circa mezzo milione la platea dei lavoratori rientranti nelle c.d. attività gravose. Tuttavia, occorrerà vedere quanti lavoratori godono anche del requisito dei 36 anni di contributi. Oppure ci saranno novità anche su questo fronte e, se sì, in quale direzione?
Insomma, si tratta di possibili, potenziali passi in avanti, ma ancora tutti da definire. Ad ogni modo la riforma delle pensioni sta entrando nel vivo (qualche proposta parla anche di 62 anni di età) e presto il Governo dovrà dare risposte. La scadenza del 31 dicembre, infatti, si avvicina sempre più.
Approfondimento
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