Pace fiscale, di nome e di fatto. Il centrodestra lo aveva promesso in campagna elettorale, e lo farà. In quanto nella bozza della manovra finanziaria c’è lo stralcio davvero a largo raggio sulle mini cartelle esattoriali.
Ovverosia un annullamento automatico dei debiti iscritti a ruolo su un arco temporale di ben 15 anni. Precisamente, a partire dall’1 gennaio del 2000, e fino alla data del 31 dicembre del 2015.
Fino a 1.000 euro è la soglia da rispettare per l’annullamento automatico delle cartelle. Includendo nell’importo da pagare non solo il capitale, ma anche le sanzioni e gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo.
Ecco come il Governo italiano spazzerà via i piccoli debiti iscritti a ruolo del passato
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Lo stralcio delle mini cartelle esattoriali, su un arco temporale così ampio, significa praticamente chiudere con il passato, ma anche fare una grande operazione di pulizia. In quanto spesso i debiti iscritti da molto tempo a ruolo sono di difficile riscossione.
In altre parole, per le cartelle esattoriali del passato, che lo Stato non riesce a riscuotere, alla lunga costa di più mantenere la posizione debitoria in essere piuttosto che cancellarla.
Quindi, ecco come il Governo italiano spazzerà via le pendenze e come intende fare. Rispettando così una delle tante promesse fatte in campagna elettorale insieme all’abolizione del reddito di cittadinanza. Con l’RdC che, infatti, salvo clamorose sorprese sparirà nel 2024.
Con la pace fiscale ci sono pronte agevolazioni pure per le cartelle sopra la soglia dei 1.000 euro
La pace fiscale del Governo Meloni, inoltre, non finisce qui. In quanto l’Esecutivo punta pure ad introdurre delle agevolazioni sulle cartelle esattoriali di importo superiore a 1.000 euro. Precisamente, per quelle notificate fino alla data del 30 giugno del 2022, il Governo italiano punta a far pagare ai contribuenti solo l’imposta senza maggiorazioni. E con l’ulteriore vantaggio del possibile pagamento a rate anche fino a 60 mesi. E quindi nell’arco di cinque anni.
Si chiude con le tasse del passato, ma ci sono agevolazioni pure per il futuro
Nel chiudere con i piccoli debiti fiscali del passato, inoltre, il Governo Meloni ha pensato anche al futuro. Ed in particolare alle piccole Partite IVA. E lo ha fatto, in particolare, innalzando dal 2023 il limite dei ricavi o dei compensi da 65.000 euro a 85.000 euro per il regime fiscale forfettario.
Ovverosia quello che permette, sul reddito imponibile, di pagare un’imposta sostitutiva che è pari al 15%. Ovverosia una tassa piatta che permette e che permetterà di pagare meno imposte a tanti lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e liberi professionisti a Partita IVA.