Non sempre la divisione del patrimonio del defunto avviene in modo pacifico. Fra i parenti stretti a volte si scatenano litigi violenti per l’attribuzione di alcuni beni mobili e/o immobili. Se il titolare dei beni non esprime le proprie volontà la spartizione avviene secondo la normativa vigente. Ma ricordiamo che se non c’è testamento anche a questi parenti spetta l’eredità dei soldi su conto o sul libretto postale. Conviene quindi sapere per tempo cosa fare se si intende escludere qualche parente dal godimento dei propri averi.
Spesso si evitano gli studi notarili perché si teme di spendere cifre assai elevate. In realtà abbiamo già suggerito come lasciare in casa un testamento valido senza pagare il notaio. In tal modo si può designare la persona specifica che potrà acquisire la titolarità di una parte dei propri beni.
Al di là della quota legittima da destinare ai legittimari, vi è una quota disponibile che il proprietario può liberamente lasciare a chi desidera. Prima di morire potrebbe pertanto indicare il parente o la persona cara che assumerà la titolarità di un particolare bene.
Potrebbero tuttavia sorgere conflitti sulla divisione di alcuni averi che risultano in comproprietà fra gli eredi. Potrebbe ad esempio accadere che non tutti siano d’accordo sulla vendita della casa di famiglia. Un erede potrebbe opporsi e rifiutarsi di firmare l’atto di vendita. In tali casi i disaccordi potrebbero durare anni e nessuno potrebbe beneficiare degli averi del defunto.
Ecco come fare se gli eredi non sono d’accordo sulla vendita della casa di famiglia dopo la successione
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Quando più persone diventano titolari di un appartamento è necessario che tutti siano concordi nel vendere il bene in comproprietà. Secondo quanto stabilisce l’articolo 1109 del codice civile senza il parere unanime degli eredi non può avvenire l’alienazione del bene.
Il che significa che finché anche soltanto un erede si oppone alla vendita non è possibile disfarsi dell’immobile. Ciò perché con l’apertura della successione si instaura tra gli aventi diritto una comunione dei beni. Pur tuttavia un eventuale conflitto sulla gestione della comproprietà fra i coeredi si risolve attraverso lo scioglimento della comunione. In tali circostanze ci si deve rivolgere ad un giudice che quindi attuerà un procedimento di divisione giudiziale.
In alternativa l’erede può decidere di mettere in vendita soltanto la propria quota di eredità. Ma prima di procedere dovrà anzitutto informare gli altri eredi che hanno diritto di prelazione. Il che significa che gli altri comproprietari hanno possibilità entro due mesi dalla proposta di vendita di riscattare quella parte del bene immobile.
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