L’imposta sostitutiva sul reddito imponibile al 15%, per le piccole Partite IVA, è davvero conveniente dopo la revisione attuata dal Governo italiano di centrodestra? Al riguardo la CGIA di Mestre ha le idee chiare. Ritenendo che pure nel 2023 il lavoro autonomo in Italia sarà sempre più tassato. Rispetto a quello dipendente. Ecco come e perché.
A partire dal corrente anno il Governo italiano di centrodestra ha messo in atto una revisione della flat tax. Ovverosia della tassa piatta al 15% che, nel rispetto dei requisiti di accesso previsti, permette e permetterà a tante Partite IVA di risparmiare sulle tasse.
A partire dai piccoli imprenditori. Passando per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti. Nello specifico, il limite relativo ai ricavi ed ai compensi annui, per la nuova flat tax, è stato innalzato a partire dal 2023 da 65.000 euro a 85.000 euro. E non si esclude che in futuro questo limite possa essere ulteriormente innalzato fino a 100.000 euro.
Cosa che permetterà a molte Partite IVA, grazie alla nuova soglia, di evitare di pagare l’IRPEF al 43% che è lo scaglione di imposta più alto. Pur tuttavia, nonostante i buoni propositi del Governo italiano di agevolare le piccole Partite IVA, la nuova tassa piatta non è in realtà la panacea di tutti i mali.
Ecco perché la nuova flat tax da quest’anno è conveniente. Per molti ma non per tutti
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Anzi, in molti casi la tassa piatta rischia di essere, in tutto e per tutto, un clamoroso specchietto per le allodole. E questo stando almeno alle rilevazioni della CGIA di Mestre. Secondo l’associazione degli artigiani, infatti, pure con la nuova flat tax la maggioranza delle Partite IVA, e quindi dei lavoratori autonomi, continuerà a pagare più tasse. Rispetto ai lavoratori dipendenti.
Con la CGIA di Mestre che, in particolare, rileva vantaggi per le Partite IVA, con una minore pressione fiscale, solo nella fascia di ricavi o di compensi annui tra i 60.000 ed i 65.000 euro. Quindi, ecco come e perché la nuova flat tax a partire da quest’anno è vantaggiosa per molti. Ma comunque non per tutte le partite IVA.
Perché le piccole Partite IVA continueranno a pagare più tasse rispetto ad operai ed impiegati
In altre parole, l’estensione della flat tax non creerà già da quest’anno dei vantaggi per il lavoro autonomo, rispetto a quello dipendente, in termini di prelievo fiscale. In quanto la Cgia di Mestre, nell’effettuare delle simulazioni, ha constatato che le piccole Partite IVA, con ricavi o compensi annui tra i 10.000 ed i 55.000 euro, continueranno a pagare più tasse. Proprio rispetto agli operai ed agli impiegati.
140.000 lavoratori autonomi potranno beneficiare dell’estensione della tassa piatta
Secondo i calcoli della CGIA di Mestre, inoltre, la platea dei potenziali beneficiari della nuova flat tax è stimata in 140.000 lavoratori autonomi. I quali potranno beneficiare dell’innalzamento della soglia dei ricavi e dei compensi annui: da 65.000 euro a 85.000 euro. Tra i commercianti, i micro ed i piccoli imprenditori, gli artigiani, i consulenti ed i liberi professionisti.