Ecco come dare ripetizioni private in piena regola e quando non è legale farlo

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Con l’inizio della scuola gli alunni tornano non solo tra i banchi, ma anche al cosiddetto doposcuola. Riprendono cioè a ricevere ripetizioni private nelle materie dove hanno qualche difficoltà. Molti sono gli insegnanti che le danno, alcuni magari per arrotondare lo stipendio. Altri invece come lavoro vero e proprio in attesa dei concorsi scuola che dovrebbero uscire o di ricevere le convocazioni.

Viene da chiedersi però se sia legale e come si possa regolarizzare questo lavoro che si svolge tra le mura domestiche.

Ecco come dare ripetizioni private in piena regola e quando non è legale farlo

Vediamo prima di tutto se è legale o meno e in quali situazioni. Infatti esistono dei vincoli e riguardano i docenti che insegnano nelle scuole. Secondo il Testo Unico n. 297 del 1994 si deve infatti tener conto di alcuni particolari.

Il docente deve innanzitutto comunicare la decisione di impartire ripetizioni private al proprio Dirigente Scolastico, dando informazioni circa la scuola frequentata dallo studente. Il Dirigente Scolastico da lì potrà concedere o negare il permesso.

Sempre nel medesimo Decreto Legislativo leggiamo però che esistono dei casi di incompatibilità, nei quali l’insegnante non può assolutamente dare ripetizioni. È illegale, infatti, qualora si tratti di un alunno dell’istituto in cui si insegna, a prescindere dal se frequenta in altra classe.

C’è da sottolineare che il docente non può giudicare il proprio alunno privato, in quel caso scrutini e prove di esame sono da annullare.

Mettersi in regola

Per regolarizzare la propria situazione esistono più strade a seconda delle circostanze. Se si danno ripetizioni in modo saltuario e non si superano i 5.000 euro annui, può rientrare come lavoro autonomo occasionale. L’insegnante dovrà dunque rilasciare una ricevuta al momento del pagamento. Se a pagare è lo studente, non essendo sostituto d’imposta, non vi è IVA né ritenuta d’acconto. Se la cifra supera i 77,47 euro sarà necessario apporvi una marca da bollo da 2 euro. Il guadagno andrà dichiarato in “Altri redditi” nel modello 730.

Qualora il compenso delle ripetizioni superi la soglia dei 5.000 euro invece bisognerà aprire Partita IVA. In possesso di determinati requisiti, per i primi 5 anni sarà possibile adottare il regime forfettario. Ciò prevede una tassazione del 5%, che diviene del 15% negli anni successivi. In tal senso è sempre bene rivolgersi a un esperto del settore che saprà guidarci passo passo.

Bisognerà presentare il modello Redditi anche quando non si è percepito alcun guadagno. Per quanto riguarda i contributi previdenziali bisognerà iscriversi alla gestione separata dell’Inps e l’aliquota contributiva si applicherà ai compensi percepiti.

Per gli insegnanti di ruolo vi è anche un’alternativa ulteriore, approvata dalla Legge di Bilancio 2019, la cosiddetta Flat Tax per docenti. Questa introduzione mira a combattere il lavoro in nero e applica una tassazione del 15% sui guadagni.

Ecco quindi come dare ripetizioni private in piena regola e quando non è legale farlo.

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