Il Superbonus 110% è uno dei bonus per i lavori in casa più utilizzati e richiesti negli ultimi anni. Grazie a questa agevolazione c’è un risparmio del 110% per gli interventi di riqualificazione energetica e di riduzione del rischio sismico. Il vantaggio si consegue attraverso il meccanismo dello sgravio fiscale. Ma perchè tutti hanno fatto una corsa pazza a questo incentivo? Ebbene, di esso è particolarmente conveniente non solo l’aliquota ma tutto il meccanismo di funzionamento. In particolare, nel rispetto dei lavori ammessi e dei limiti di spesa, si può accedere all’ecobonus e al sismabonus al 110%.
L’agevolazione viene fruita concretamente, attraverso 3 modalità:
1) la cessione del credito a terzi, comprese le banche;
2) lo sconto in fattura, se si trova l’impresa consenziente;
3) la detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Requisiti per accedere e le novità
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Detto incentivo, fortemente abusato e che sembrava dover tramontare proprio a causa delle frodi, è stato riconfermato per tutto il 2022. A stabilirlo è stata la Legge di Bilancio 2022, che in alcuni specifici casi lo ha esteso anche oltre detta data. La misura ha subito una serie di modifiche, nel corso del tempo, da parte del decreto Rilancio. Poi, anche le leggi di Bilancio 2021 e 2022 hanno apportato delle novità. Tuttavia, i presupposti per poter usufruire del bonus sono rimasti gli stessi. Quindi, ecco come continuerà il Superbonus al 110% anche per il 2022. In particolare, deve:
garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche. Tale adempimento va dimostrato con l’Attestato di Prestazione Energetica (APE), rilasciato da un tecnico abilitato. Se, però, per ragioni oggettive, non fosse possibile recuperare 2 classi, ne basta una, sempre certificata tramite Ape.
Ecco come continuerà il Superbonus al 110%, chi può chiederlo e tipi di interventi sovvenzionati
Veniamo, adesso, ai lavori ammessi. Essi sono:
1) il rifacimento del cappotto termico, che deve interessare più del 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio o dell’unità situata in edifici plurifamiliari. In tal caso, i materiali utilizzati devono rispettare i criteri fissati dal decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il limite massimo di spesa varia da 50.000 euro a 30.000 euro, a seconda del tipo di struttura su cui va effettuato l’intervento;
2) interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti. Essi vanno sostituiti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione. Il tutto con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore. In definitiva, si può dire che gli interventi continueranno nello stesso modo per quanto riguarda i requisiti di accesso. Stesso dicasi per i tipi di intervento. Le differenze si giocano soprattutto sul piano delle difficoltà di cedere il credito e di trovare imprese disponibili allo sconto in fattura.
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