Due sono gli effetti che si abbatteranno sui lavoratori per via delle nuove misure introdotte dal Governo per il 2024. La Legge di Bilancio infatti ha prodotto alcune novità che incideranno in negativo sulle pensioni. Da una parte le pensioni si allontanano sempre di più. Ne è la dimostrazione lampante la nuova versione di APE sociale che passa da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. E sempre per l’Anticipo Pensionistico Sociale, si passa da 30 anni per invalidi, disoccupati e caregivers, a 36 anni. E parliamo di contributi da versare. Ma cambiano anche gli importi delle pensioni. E in negativo.
In questo caso l’esempio proviene dalla nuova Quota 103. La misura dal prossimo gennaio avrà un calcolo contributivo che penalizza gli assegni dei neo pensionati. E non potrà superare 4 volte il trattamento minimo, mentre nel 2023 non potrà superare 5 volte. Tradotto in termini pratici, meno soldi e pensioni più difficili da prendere. Prepararsi al peggio, magari trovando soluzioni alternative è ciò che molti lavoratori da tempo fanno. E sono sempre di più.
Ecco come aumentare l’importo della propria pensione con due vie che sono sempre più utilizzate dai lavoratori
Indice dei contenuti
Da anni ormai i Governi nazionali correggono le pensioni in maniera negativa per i lavoratori. In futuro ci saranno sempre più pensionati poveri. E allora, ecco due vie da sfruttare. Perché le soluzioni nel sistema pensioni italiano non mancano. Ed il Governo, operando come sta facendo, sembra spingere i lavoratori a scegliere vie alternative alla previdenza classica ed obbligatoria. Perché bisogna fare del tutto per rendere la vita futura da pensionati, quanto più dignitosa possibile. Ecco come aumentare l’importo della propria pensione nel futuro, grazie a due strumenti che, in base alle statistiche della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), sono sempre più usati. Parliamo dei PIP, ovvero dei Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo. Ma anche dei fondi negoziali.
Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo
Si tratta di forme pensionistiche complementari istituite da imprese di assicurazione a cui è possibile aderire solo su base individuale indipendentemente dalla propria situazione lavorativa”. Una via questa utilizzabile anche da chi al momento non ha un lavoro. Ma che desidera programmare per bene il futuro. Il lavoratore privatamente può scegliere questa strada. Versando ad un fondo in modo tale da avere, insieme alla sua pensione statale futura, probabilmente misera, una pensione complementare o integrativa atta a passare una vecchiaia più agiata.
I fondi negoziali, il datore di lavoro da una mano al futuro dei dipendenti
La seconda strada è quella dei fondi negoziali. In questo modo il datore di lavoro destina un contributo ad un fondo prescelto dopo accordo coi sindacati. Per esempio in edilizia questa strada è già molto diffusa. Un contributo mensile che il datore di lavoro versa al fondo che quando sarà il momento di lasciare il lavoro, offrirà una rendita aggiuntiva al lavoratore. In questo caso però non può fare tutto da solo il lavoratore. Infatti serve come dicevamo, l’accordo tra azienda e sindacati più rappresentativi. Il datore di lavoro però deve lasciare libero il dipendente che vuole implementare i versamenti autonomamente allo stesso fondo.