Ci sono lavoratori che anche nel 2024 potranno andare in pensione nettamente in anticipo rispetto ai requisiti ordinari. C’è infatti a chi basterà arrivare alla soglia dei 37 anni e 10 mesi di contributi versati (uomini) o a 36 anni e 10 mesi di contributi versati (donne). Infatti c’è una misura che consente di andare a riposo cinque anni prima non solo come età e quindi a 62 anni, ma anche come contribuzione versata.
Anticipando quello che di fatto è la soglia contributiva utile alle pensioni anticipate ordinarie. La misura però non può essere sfruttata dai lavoratori autonomamente perché è necessario l’accordo in sede sindacale e ministeriale con l’azienda. Anzi, deve essere l’azienda ad espletare l’intera procedura.
Ecco chi va in pensione a 62 anni o con 37,10 di contributi pure nel 2024, e grazie al datore di lavoro
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Andare in pensione cinque anni prima è una possibilità che nel 2024 potranno sfruttare i dipendenti di aziende che hanno già avviato il contratto di espansione ma non lo hanno ancora concluso. Infatti la misura è stata confermata anche per l’anno prossimo e consentirà una sorta di prepensionamento ai lavoratori dipendenti di aziende con almeno 1000 dipendenti in organico che, come detto, non hanno completato gli esodi entro il 31 dicembre 2023.
Fu il DL Lavoro del 1° maggio 2023 a confermare la proroga della misura per quanto riguarda questo genere di aziende. La misura si incastona nei cosiddetti gentili agli esodi.
Si tratta di misure che consentono alle aziende che vogliono ridurre il personale, di farlo mandando in pensione in anticipo quelli più vicini alla loro quiescenza. L’azienda si accolla l’onere di finanziare le pensioni dei lavoratori in prepensionamento. Ammortizzando in parte le spese sfruttando la Naspi teoricamente spettante ai lavoratori. Al lavoratore l’assegno di prepensionamento viene pagato dall’INPS come una vera e propria pensione e con lo stesso calendario.
Ecco le novità 2024 per il contratto di espansione
La misura favorisce il lavoratore nell’uscita anticipata dal posto di lavoro. Ma favorisce l’azienda per quanto riguarda la necessità di riorganizzare i cicli produttivi aziendali votandosi alle nuove tecnologie e sostituendo lavoratori più anziani con nuova forza lavoro.. Nello specifico possono accedere a questa misura i lavoratori che si trovano a 5 anni dai 67 anni di età della pensione di vecchiaia e a 5 anni dai 42,10 anni di contributi che servono per le pensioni anticipate (per le donne un anno in meno).
Tutto confermato quindi, come si legge sul sito del Ministero del lavoro. La proroga al 2024 dei contratti di espansione riguarda aziende con più di 1.000 lavoratori, ma solo se gli esodi previsti nell’intesa coi sindacati, non siano stati esauriti. Ecco chi va in pensione a 62 anni nel 2024, o con 42,10 anni di contributi. Una possibilità non aperta a tutti, ma che può favorire qualcuno.