Abbiamo visto che per alcune persone sembrerebbe aumentare il rischio di sviluppare un tumore del colon prima di altri.
Ci sono tantissimi fattori, ereditari, genetici, ambientali e sociali che potrebbero esporci in modo più significativo a certe malattie.
Tra questi forse pochi sanno che in molti studi viene considerato anche il genere di nascita, dunque un diverso rischio per donne e uomini.
Esiste infatti una vera e propria branca della medicina denominata medicina di genere, che studia la correlazione tra l’essere uomo o donna e lo sviluppo di certe patologie.
Tra i Quaderni del Ministero della Salute, un numero speciale è stato dedicato al genere come determinante di salute.
Questo interessante e prezioso report ci spiega che, tra le altre malattie, una in particolare sembrerebbe incidere molto di più in una specifica fetta di popolazione.
Ecco chi tra uomini e donne rischierebbe maggiormente di ammalarsi di Alzheimer secondo la scienza
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La malattia di cui stiamo parlando è la demenza (o morbo) di Alzheimer.
Una patologia di tipo neurodegenerativo che va ad intaccare l’area del cervello deputata alla memoria della persona che ne è affetta.
Questa comporta tutta una serie di sintomi e complicanze, per le quali prestare assistenza a persone malate di Alzheimer potrebbe essere davvero complicato.
Questo tipo di demenza, infatti, non colpisce soltanto la facoltà di ricordare eventi passati o recenti, persone o strade.
Nel lento progredire della malattia si intaccano anche la capacità di pensiero e ragionamento, con dei marcati cambiamenti di umore e personalità.
Tutto questo spesso conduce ad un quasi totale ritiro dalla vita sociale e l’impossibilità a svolgere alcune delle più semplici azioni quotidiane.
Per quanto riguarda l’incidenza, dopo i 65 anni il rischio di sviluppare l’Alzheimer rispetto ad altre forme di demenza tende a raddoppiare ogni 5 anni.
Ecco chi rischia più di altri e perché
Ecco chi tra uomini e donne rischierebbe maggiormente di ammalarsi di Alzheimer secondo la scienza: le donne.
Nel 2016 infatti, anno a cui si riferisce lo studio, negli Stati Uniti quasi due terzi dei malati di Alzheimer erano donne.
Ad influenzare questa tendenza sembrano essere fattori genetici, ormonali e ambientali, che a loro volta influenzerebbero l’aspetto cognitivo della persona.
Tra questi, ad esempio, il drastico calo di estrogeni che segue la menopausa.
Dal punto di vista sociale, anche dei bassi livelli di scolarizzazione e attività lavorative più semplici, sarebbero associati ad un maggior rischio di Alzheimer.
Ad ogni modo sarà importante valutare studi aggiornati che giungano, nei risultati, a adeguati interventi in termini di promozione della salute.
Non solo prevenzione, ma anche trattamenti specifici sempre più efficaci.