Le modifiche al reddito di cittadinanza sono sostanzialmente due. Prima una concreta limitazione della misura, come platea dei beneficiari e come durata del sussidio. Poi, la chiusura della misura, che dal 2024 dovrebbe, ormai certamente, sparire. Ma c’è il rischio che già oggi con le modifiche del Governo, la misura cesserà di essere assegnata anche a chi fragile è per davvero.
Non sono stati ancora chiariti alcuni parametri di queste correzioni, e nella Legge di Bilancio si dovrà risolvere un problema che forse inizialmente non è stato affrontato. La chiusura del sussidio dopo 8 mesi anche per chi attivabile al lavoro non lo è.
Ecco chi rischia di perdere il reddito di cittadinanza già nel 2023
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Il 2023 sarà l’anno a partire dal quale il reddito di cittadinanza inizierà quella discesa che lo porterà a scomparire nel 2024. Iniziano infatti ad esserci nette limitazioni sulla misura. La più importante è senza dubbio la riduzione a soli 8 mesi di sussidio per quanti risultano abili al lavoro e quindi occupabili. Infatti il Governo ha deciso di limitare il periodo di fruizione del beneficio a quei soggetti appartenenti a nuclei familiari privi al loro interno di soggetti quali invalidi, minorenni e anziani.
Tutti coloro che possono sottoscrivere il patto di servizio, cioè che possono dichiararsi immediatamente disponibili a lavorare, riceveranno il beneficio solo per 8 mesi. Durante i quali dovranno anche partecipare a corsi di formazione per essere ricollocati al lavoro. E dovranno pure accettare sia eventuali proposte di lavoro congrue che eventuali convocazioni dal proprio Comune di residenza, per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Salvaguardati da questi obblighi come dicevamo, gli over 60, i disabili e i minorenni, naturalmente con il loro nucleo familiare.
Ma ci sono non occupabili diversi da invalidi, minorenni e over 60
Taglio netto del sussidio quindi, che però potrebbe essere più vasto delle previsioni. Anche studenti o soggetti alle prese con corsi e tirocini potrebbero pagare dazio senza chiarimenti da parte del Governo. Anche perché ci sono soggetti che non sono occupabili per motivi differenti da quelli che l’Esecutivo ha preso a riferimento per concedere il sussidio per tutti i 12 mesi del 2023. Quindi, ecco chi rischia di perdere il reddito di cittadinanza anche se potrebbe benissimo essere considerato fragile.
Ci sono per esempio gli studenti universitari, che per regole di base del reddito di cittadinanza, non sono tenuti alla presentazione della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e quindi al patto di servizio. Stesso discorso per chi sta svolgendo tirocini formativi o corsi di formazione riqualificante.
Si tratta di soggetti che secondo le novità dovrebbero poter prendere il sussidio fino al prossimo mese di agosto, ma che per evidenti ragioni di impegni già in atto, non potranno seguire i corsi di formazione per gli occupabili e nemmeno rispondere alle chiamate dei Comuni peri lavori di pubblica utilità.