Ecco chi può chiedere la pensione di reversibilità alla morte del pensionato

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Quando un pensionato viene a mancare ai suoi familiari superstiti può spettare la pensione di reversibilità. Si tratta di una prestazione economica indiretta che l’INPS riconosce a chi dipendeva economicamente dal lavoratore o dal pensionato defunto. Il primo avente diritto, sempre, è il coniuge superstite. Alla vedova o al vedovo, infatti, la pensione ai superstiti spetta sempre, anche se hanno un reddito proprio. Ma ecco chi può chiedere la pensione di reversibilità e quali sono le condizioni per averla.

Cosa spetta ai superstiti?

Come abbiamo accennato, anche se il coniuge superstite ha reddito, non perde il diritto alla pensione di reversibilità L’importo può essere ridotto e il taglio può arrivare fino al 50% della quota spettante. Ma la misura non viene mai revocata per il reddito del coniuge. Il trattamento decade solo nel caso che il superstite contragga nuovo matrimonio.

Oltre al coniuge la pensione ai superstiti spetta anche ai figli. Se minorenni, sempre. Se maggiorenni solo in alcuni casi:

  • per figli totalmente e permanentemente inabili al lavoro a patto che al momento del decesso fossero a carico del defunto;
  • per figli maggiorenni studenti, fino al compimento dei 26 anni (o al termine del corso di studi) a patto di essere a carico del defunto.

Quali altri familiari?

Quando il figlio minorenne o maggiorenne vive con il coniuge superstite e resta a suo carico, non gli spetta una pensione propria. Ma viene aumentata la percentuale di quota del genitore rimasto in vita. Ad esempio ad una vedova senza figli spetta il 60% della pensione del deceduto. Ma se ha un figlio a carico la quota aumenta all’80%. Da precisare, inoltre, che se ci sono figli a carico non opera neanche il taglio sulla quota per i redditi del superstite.

Ma oltre al coniuge e ai figli il trattamento può essere riconosciuto anche ai genitori, ai fratelli, alle sorelle e ai nipoti. Ma vediamo quando questo è possibile.

Ecco chi può chiedere la pensione di reversibilità alla morte del pensionato

Con la circolare INPS n. 213 del 18 dicembre 2000, l’Istituto chiarisce che i nipoti minori sono equiparati ai figli per quel che riguarda la pensione di reversibilità. Ovviamente i nipoti devono essere a carico del nonno al momento del decesso e la vivenza a carico si dimostra con:

  • genitori privi di reddito per mantenere i figli;
  • il nonno o la nonna che provvede al mantenimento del nipote anche non convivente.

La pensione di reversibilità, in mancanza di coniuge, figli e nipoti, può spettare anche a fratelli e sorelle. Ma in questo caso è necessario soddisfare le seguenti condizioni:

  • il fratello o la sorella deve essere inabile al lavoro (invalidità 100%);
  • non deve essere sposato;
  • non deve essere titolare di alcuna pensione diretta o indiretta;
  • al momento del decesso deve essere a carico del fratello venuto a mancare;
  • il reddito personale del fratello o della sorella non deve superare del 30% il trattamento minimo INPS.

Infine la pensione ai superstiti può spettare anche ai genitori, ma solo se non ci sono coniuge, nipoti e figli. Anche in questo caso è necessario il rispetto delle seguenti condizioni:

  • deve aver compiuto almeno 65 anni alla data del decesso del figlio;
  • non deve essere titolare di alcuna pensione;
  • sempre alla data del decesso deve risultare a carico del figlio con reddito proprio che non supera del 30% il trattamento minimo INPS.

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