In attesa che il Governo vari la riforma delle pensioni, le modalità d’uscita dal mondo del lavoro rimangono le stesse. I percorsi per andare in pensione in Italia sono molteplici e alle volte il lavoratore fa fatica a orientarsi. Anche perché sono varie le modalità che permettono di anticipare il pensionamento e che possono essere sfruttate anche nel 2022. In particolare per una categoria è possibile già smettere di lavorare senza aspettare i 67 anni canonici. Ecco chi può anticipare la pensione nel 2022 grazie a questa possibilità e quanto sarà l’assegno.
Le modalità di uscita dal mondo del lavoro
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Il lavoratore che vuole andare in pensione ha diversi percorsi. Il primo è quello standard, attendere i 67 anni d’età. Ma non basta l’età anagrafica, occorre anche avere versato almeno 20 anni di contributi. Chi non arriva a 20 anni di versamenti all’INPS, dovrà attendere i 71 anni per avere diritto ad un assegno pensionistico. Ma a una condizione, che abbia almeno 5 anni di contributi. Senza questa condizione non si ha diritto alla pensione.
Chi non vuole aspettare i 67 anni ha la possibilità dell’uscita del lavoro con la pensione anticipata contributiva. Un uomo con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, può uscire dal mondo del lavoro e chiedere l’assegno indipendentemente dall’età anagrafica. Le donne lavoratrici possono fare lo stesso ma devono avere almeno 41 anni e 10 mesi di versamenti previdenziali. Per approfondire queste due modalità di pensionamento si può leggere l’articolo: “Così si può avere subito la pensione di vecchiaia o quella anticipata contributiva”.
Ma le donne hanno a disposizione un’altra modalità di pensionamento anticipato che può essere sfruttata anche nel 2022.
Ecco chi può anticipare la pensione nel 2022 grazie a questa possibilità e quanto sarà l’assegno
Grazie a Opzione Donna le lavoratrici possono anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Ma le attuali regole valgono anche per il 2022 e quanto inciderà sull’assegno l’uscita anticipata? A meno di colpi di scena l’Opzione Donna va in scadenza il 31 dicembre prossimo ma può essere sfruttata anche nel 2022. Vediamo perché. Per la domanda di pensionamento con la modalità Opzione Donna non sono previsti limiti temporali. Ad oggi possono fare richiesta di questa forma anticipata tutte le lavoratrici che al 31 dicembre 2020 abbiano maturato i seguenti requisiti. Il raggiungimento dei 35 anni di contributi e un’età anagrafica di 58 anni per lavoratrici dipendenti o di 59 anni per lavoratrici autonome.
L’entusiasmo della possibilità di uscita dal mondo del lavoro molti anni prima dei 67 anni, può scemare facendo il calcolo dell’assegno. Proviamo a fare una simulazione. Immaginiamo una lavoratrice dipendente del settore privato con 37 anni e 3 mesi di contribuzione al 1° gennaio 2021, di cui meno di 18 prima del 1996. Con il sistema misto la pensione mensile stimata sarà circa 1.200 euro lordi. Se la lavoratrice sceglie Opzione Donna avrebbe un assegno di 1.100 euro lordi circa, pari ad un netto di 932 euro.
In realtà questa è solo una simulazione indicativa. In alcuni casi il taglio sull’importo può arrivare fino al 30% della pensione. Prima di fare domanda è consigliabile verificare a quanto ammonterà esattamente l’assegno, magari consultando un CAF. La domanda può essere fatta online attraverso il sito www.inps.it.
Un lavoratore ha altre strade per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Due di queste vengono illustrate in questo articolo: “Le 2 strade per l’uscita più veloce dal lavoro e una pensione anticipata”.
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