Negli ultimi tempi il costo della benzina è diventato un tema di grande attualità. Molti hanno iniziato a domandarsi come mai il prezzo del diesel abbia raggiunto i 2 euro. Quello della benzina, invece, è ancora più alto, con punte anche di 2 euro e 30 centesimi. Il governo, come noto, è intervenuto con un decreto apposito per venire incontro agli italiani. La benzina ora costa 25 centesimi in meno, e questa misura durerà fino ad agosto.
L’intervento è stato possibile perché lo Stato italiano ha la possibilità di modificare il costo della benzina attraverso le cosiddette accise. Si tratta a tutti gli effetti di tasse, che in Italia sono da sempre più alte del resto dei Paesi europei. Vengono considerate imposte di scopo, cioè necessarie per ricostruire una zona dopo un terremoto violento o un’alluvione. Ad esempio, parte delle accise che si pagano in Italia servono per sostenere i costi del disastro del Vajont. Si considera, poi, anche l’IVA, una vera e propria tassa sulla tassa, perché si applica sia sul prezzo netto del carburante che sulle stesse accise. Certo, risparmiare è possibile con alcuni accorgimenti. Ma c’è anche un’altra strada: ecco chi ha diritto al rimborso delle accise, che si può chiedere a determinate e precise condizioni.
Ecco chi ha diritto al rimborso delle accise sul carburante e come averlo
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Anzitutto è bene capire chi può avere accesso a questo tipo di rimborso. Le attività che hanno una licenza di trasporto sia con mezzi in conto proprio, che conto terzi, possono avere diritto alla misura. I risparmi possono essere anche importanti. Su 1.000 litri di carburante, si può arrivare a chiedere un rimborso di circa 214 euro. Per chi utilizza autocarri nella sua azienda, è prevista l’agevolazione fiscale chiamata Carbon Tax. È stata introdotta con il D.P.R. n. 277/2000 e spiega, appunto, che il recupero in accise è pari a 0,214 euro a litro.
Come richiederlo
Per accedere al rimborso delle accise si può inoltrare la domanda entro 2 anni dal pagamento. Bisogna presentare istanza all’Ufficio competente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Di norma, il rimborso avviene entro 60 giorni. Non si tratterà di un assegno di rimborso, ovviamente, ma di un credito di compensazione utilizzabile nei modelli F24. In sostanza, con questo credito sarà possibile compensare debiti di altre imposte come quelle per l’INPS, l’INAIL, l’IRPEF e simili. Il termine dei 60 giorni deriva dal principio di silenzio-assenso. Passata questa scadenza, se non ci sono risposte dalla pubblica amministrazione, la domanda è da considerare accolta. Bene affidarsi a un commercialista per poter elaborare la domanda correttamente e senza errori.
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