Accumulare ingenti patrimoni non è questione propria del solo sistema capitalista. Anche nella Repubblica e nell’Impero Romano il commercio ed un sistema giuridico all’avanguardia potevano permettere la creazione di patrimoni immensi.
Questa fortuna toccava non solamente ai commercianti che sfruttavano il Mediterraneo e le strade per vendere i propri prodotti, ma poteva capitare anche ai campioni di bighe e persino agli schiavi, che talvolta riuscivano ad accumulare grandi ricchezze se affrancati. Sembra un mondo simile a quello di oggi. Ma c’è stato un personaggio che è riuscito ad accumulare ricchezze immense, oltre ad essere uno degli esponenti più importanti nella politica dell’epoca, si tratta di uno dei triumviri, Marco Licinio Crasso. Ecco chi era l’uomo più ricco dell’antica Roma, ma a quanto ammontava il suo patrimonio?
Oro, argento e proprietà immobiliari
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In passato sono in molti che hanno provato a quantificare con i parametri di oggi la consistenza del suo patrimonio tra riserve di oro detenute, valore degli immobili e degli immensi terreni di cui era proprietario. Di certo era un maestro nell’accumulo di rendite passive. Si può dire che era una vera macchina di sesterzi. Secondo queste stime, si sarebbe potuto quantificare il suo patrimonio nella cifra di 220 milioni di sesterzi, ovvero la cifra astronomica di circa 170 miliardi di dollari. Secondo Plutarco il patrimonio consisteva di circa 7.000 talenti, quantitativo che corrispondeva a circa 230 tonnellate d’oro.
Non il più ricco della storia dell’umanità, ma quasi certamente l’uomo più ricco della storia romana. Il suo metodo pare fosse legato all’aumento del valore delle proprietà dei beni immobili. In parte acquistava i beni confiscati agli uomini caduti in proscrizione, ovvero dichiarati decaduti dai propri diritti civili e patrimoniali. In parte, acquistava la proprietà degli immobili che avevano subito incendi, crolli e devastazioni, onde poi rivenderli a valore aumentato. Roma peraltro era costruita ancora per buona parte in legno e gli incendi erano parte della quotidianità. Secondo le cronache Crasso possedeva una parte notevolissima di Roma. L’ edilizia evidentemente era già all’epoca una delle grandi industrie della capitale.
Infine, avrebbe detenuto immense miniere d’argento, che di certo fruttavano grandi guadagni. Insomma, si sarebbe potuto dire che Crasso era un fenomeno nell’accumulo. Soprattutto, sapeva fare in modo di far rendere ulteriormente le sue già immense ricchezze.
Ecco chi era l’uomo più ricco dell’antica Roma, ma a quanto ammontava il suo patrimonio?
La fama di Crasso divenne celebre anche ai suoi tempi per tutto il Mondo: nonostante la mancanza di mezzi d’informazione moderni, persino i popoli stranieri conoscevano l’enormità delle sue risorse economiche. Si potrebbe anzi dire che l’accumulo di ricchezze ne causò anche la fine, che stando alle cronache deve essere stata terribile. Infatti cadde sotto custodia della popolazione dei Parti al termine di una campagna militare sfortunata (la cosiddetta disfatta di Carre) Fu accusato di avidità e di ricerca del solo bene materiale. Come punizione, secondo alcune fonti storiche, fu ucciso e gli venne fuso oro bollente in bocca per deriderlo dell’inutilità della ricchezza di fronte alla morte.
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