Come si sa, tutti i benefici indebitamente percepiti sono soggetti a controlli e c’è il rischio di doverli restituire. Quindi, ciò vale anche per il Bonus 200 euro, se percepito indebitamente. A stabilirlo è il Decreto n. 50 del 2022, lo stesso che ha introdotto il beneficio. Inoltre, l’INPS, con due recenti circolari, ha ribadito il concetto. In merito, a seconda del destinatario che ha ricevuto l’importo, ci sono diverse procedure di recupero. Partiamo col dire che, eccetto che per i dipendenti, è sempre l’INPS a pagare il Bonus 200 euro.
Sicché, è l’ente stesso che procede alla verifica della situazione reddituale dei beneficiari. Di talché, in caso di somme corrisposte in assenza dei requisiti, provvede alla notifica dell’indebito. Il tutto entro l’anno successivo a quello di acquisizione delle relative informazioni reddituali. Ne deriva che l’assegnazione automatica e immediata del Bonus non è definitiva ed è soggetta ad una successiva verifica. Se questa non va a buon fine, ne scaturirà la revoca del beneficio.
Quando va restituito il beneficio pagato su pensione e trattamenti assistenziali
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Vediamo, adesso, in quali casi si deve restituire il Bonus 200 euro pagato sulla pensione o sui trattamenti assistenziali. Come spiegato nella circolare 73/2022, l’erogazione di somme in eccedenza e il conseguente obbligo di restituzione insorgono:
- se, dopo la prevista verifica, il soggetto risulti avere percepito nel 2021 un reddito superiore a 35.000 euro;
- nel caso in cui il trattamento pensionistico, da cui è sorto il diritto al Bonus, venga revocato;
- in ogni caso, in tutte le circostanze in cui si accerti successivamente la non sussistenza del diritto al conseguimento del Bonus, anche a prescindere dal requisito reddituale.
Se, quindi, l’INPS riscontra che il Bonus è stato conseguito indebitamente, procederà al recupero delle somme. Sulla base di queste indicazioni, ecco chi dovrà restituire il Bonus 200 euro e come. In particolare, è consigliabile rinunciarvi quando si sa che non sussistono le condizioni per la sua spettanza. Ma come? Vediamo quale è la procedura per la rinuncia.
Ecco chi dovrà restituire il Bonus 200 euro secondo le indicazioni dell’INPS e quando è meglio rinunciare
Per procedere alla rinuncia del Bonus basta accedere alla stessa area in cui si è fatta la richiesta. Ivi, è disponibile una funzione attraverso la quale si può rinunciare alla prestazione. Detta attività è consigliata ai titolari di trattamento previdenziale e assistenziale che sanno che i redditi dell’anno 2021 superano i 35.000 euro. Ma non è finita qui, in quanto le verifiche dell’INPS riguarderanno anche il Bonus pagato dal datore di lavoro.
In proposito, può emergere che il dipendente abbia percepito il Bonus 200 euro da più datori. In tal caso, l’INPS, dopo aver effettuato le sue verifiche, comunicherà a ciascuno di essi la quota parte dell’indebita percezione. Sicché, ognuno potrà recuperare direttamente i soldi indebitamente accreditati sulla busta paga. In tal caso, il recupero da parte dei datori di lavoro avverrà in maniera proporzionale e in parti uguali. Da qui, l’importanza dell’autocertificazione, mirante a contrastare proprio situazioni di questo tipo.
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