Anche le donne devono ormai raggiungere la stessa età pensionabile degli uomini per poter finalmente concludere la carriera lavorativa. Ciò nonostante vi sono alcune eccezioni che permettono al gentil sesso di anticipare il momento del pensionamento. Anzitutto ci riferiamo alla possibilità di ricevere 52 settimane di contributi gratis e sconti sull’età pensionabile alle lavoratrici che inoltrano questa domanda all’INPS. E si consideri che qualunque sgravio contributivo rappresenta un enorme vantaggio. Da un lato infatti consente di coprire eventuali lacune assicurative, dall’altro accelera i tempi del pensionamento.
L’Ente previdenziale accredita contributi a titolo gratuito soprattutto in presenza di alcune particolari condizioni. Per esempio si tiene conto delle interruzioni di carriera cui sono costrette le donne per mettere al mondo dei figli. Parimenti potrebbe anche verificarsi un tardivo ingresso nel mondo del lavoro. Ciò ovviamente comporta l’accumulo di un modesto montante contributivo.
I nostri consulenti hanno infatti calcolato quanto prenderanno di pensione a 64 anni le donne con 20 anni di anzianità assicurativa nel 2022. Al contrario ecco a quanto ammonteranno le pensioni delle lavoratrici dipendenti con più di 25 anni di contributi INPS. Sono diversi infatti i motivi che impediscono ad alcune donne di avere una lunga storia contributiva. Ma esistono anche delle specifiche agevolazioni che permettono di lasciare l’impiego con un po’ di anticipo. Per cui anche se vi sono dei buchi si potrebbe comunque beneficiare di qualche facilitazione.
Si potrebbe anche valutare quando e a quali donne conviene smettere di lavorare e pagare i contributi volontari per la pensione. È opportuno infatti sottolineare che non sempre chi chiede l’anticipo del trattamento pensionistico è soggetto a decurtazioni.
Ecco a quanto ammonteranno le pensioni delle lavoratrici dipendenti con più di 25 anni di contributi INPS
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Vi sono circostanze in cui è lo Stato a farsi carico di alcune lavoratrici in difficoltà. Il che significa che assicura particolari tutele previdenziali alle donne invalide o che si prendono cura di disabili. Con la prestazione dell’Ape sociale il Governo eroga già a partire dall’età di 63 anni un assegno mensile ad alcune categorie di lavoratori. L’erogazione del rateo avviene fino al raggiungimento dell’età pensionabile.
Per fruire di quest’anticipo previdenziale bisogna possedere un montante contributivo non inferiore ai 30 anni. Ma per le donne con figli sono previste facilitazioni contributive. Secondo quanto riporta il Decreto legislativo 232/2016 spetta una riduzione contributiva alle lavoratrici con figli. In particolare bastano 28 anni di contribuzione alle donne con 2 o più figli e 29 a quelle con un figlio.
Ciò tuttavia solo nel caso in cui la lavoratrice presenti una condizione di invalidità superiore al 74%. Con questi requisiti l’INPS eroga un assegno di importo pari a quello che spetterebbe una volta in pensione. Ma chi percepisce tale indennità perde automaticamente il diritto agli assegni familiari e all’accredito della contribuzione figurativa.