Di solito oltre ai beni immobili la persona cara che viene a mancare lascia delle somme di denaro in deposito presso istituti di credito. Soprattutto se il defunto muore in tarda età è possibile che abbia accumulato notevoli risparmi nel corso dei decenni. Sorge dunque la domanda su come si divide l’eredità dei soldi sul libretto postale all’apertura della successione. E soprattutto potrebbero nascere dei dubbi sulla buona fede del parente che magari ha ricevuto la delega e può effettuare operazioni.
Si teme pertanto che poco prima o immediatamente dopo l’avvenuto decesso del titolare del libretto abbia prelevato del denaro. In tal caso gli eredi legittimari possono chiedere la restituzione dei soldi che sono stati sottratti indebitamente dal deposito bancario o postale? E inoltre quanto paga il coniuge, i figli e gli altri eredi per la successione di denaro su conto corrente o libretto postale?
La spartizione del patrimonio complessivo del defunto può scatenare rivendicazioni e lotte in presenza della comunione dei beni? E nell’eventualità di cointestazione dei risparmi come si divide l’eredità dei soldi sul conto corrente cointestato? Il coniuge cointestatario superstite deve spartire immediatamente la giacenza in banca con gli altri eredi e chiudere il conto?
Sono diverse le domande che si pone chi ha diritto alla quota legittima della successione e soprattutto chi non è in buoni rapporti con altri legittimari. Ma al di là di eventuali conflitti familiari ecco a quali eredi spetta sempre una quota dei soldi su conto bancario o libretto postale e quali i diritti inviolabili. Per individuare la parte spettante a ciascuno beneficiario è necessario anzitutto verificare la presenza di un testamento.
Ecco a quali eredi spetta sempre una quota dei soldi su conto bancario o libretto postale
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Se il defunto esprime le sue volontà testamentarie potrebbe anche decidere di destinare i suoi risparmi a qualche erede in particolare e privarne altri. Ciò tuttavia solo relativamente alla quota disponibile, ossia alla parte di patrimonio di cui il defunto può disporre senza vincoli. Per quanto si possa decidere liberamente a chi lasciare parte dei propri beni gli eredi necessari comunque ricevono la quota legittima. Così come secondo quanto recita l’articolo 540 del codice civile il coniuge superstite conserva il diritto di abitare nell’appartamento che funge da residenza familiare.
In assenza di testamento invece i soldi in giacenza si dividono fra coniuge superstite, eventuali figli o fratelli e sorelle del defunto. Se la coppia ha solo un figlio a quest’ultimo spetta la metà delle somme di denaro in giacenza e la restante parte al coniuge. In presenza di più figli al coniuge spetta solo un terzo del deposito e ai figli i due terzi. Tale divisione non vale se i coniugi hanno scelto il regime della comunione dei beni al momento delle nozze. Con il decesso di un titolare del deposito bancario o postale infatti viene meno la comproprietà dei soldi . Ciò significa che gli eredi possono rivendicare unicamente il 50% della liquidità presente su conto o libretto.