Sono tanti i lavoratori che giunti ad una determinata età iniziano a fare i conti con quella che sarà la loro pensione futura. Sono tanti, infatti, a preoccuparsi di quello che riserverà loro il futuro, o meglio il legislatore, soprattutto in attesa della prossima riforma. Proprio come illustrato nell’articolo “Svolgere uno di questi lavori aiuterà ad andare in pensione prima”.
Tuttavia, atteso che per la pensione ordinaria sono richiesti 20 anni di contributi, non tutti al raggiungimento dell’età pensionabile li hanno raggiunti. Dunque, ecco a che età si potrebbe prendere una pensione di circa 500 euro con soli 5 anni di contributi. In particolare, anche in tal caso è prevista, per il biennio 2019-2020 e 2021-2022 una pensione di vecchiaia, purché vi siano determinate condizioni. Sia sotto il profilo dell’età anagrafica sia sotto il profilo contributivo.
Il nostro sistema pensionistico, infatti, offre la possibilità a tutti coloro che almeno per 5 anni sono stati iscritti al sistema contributivo puro di accedere alla pensione. Ciò vuol dire che i contributi dovranno essere stati effettivamente versati, senza considerare gli accrediti figurativi.
Ecco a che età si potrebbe prende una pensione di circa 500 euro con soli 5 anni di contributi
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Possono richiedere la pensione con 5 anni di contributi coloro che avendo compiuto 71 anni non hanno versato i contributi prima del primo gennaio 1996. L’opzione contributiva può convenire sicuramente a chi, svolgendo lavori precari, ha potuto versare pochi anni di contributi ma non spetta a tutti.
Infatti, questo tipo di pensione di vecchiaia, detta contributiva, si riferisce soltanto a chi ha versato i contributi nel sistema contributivo cosiddetto puro. I contributi dovranno essere stati versati dopo il primo gennaio 1996 ed è necessario aver compito 71 anni. Ovviamente, la pensione scaturente sarà piuttosto esigua e non potrà neanche ottenere l’integrazione al minimo.
Ma come si calcola?
La somma dei contributi accantonati ogni anno si moltiplicherà per il cosiddetto coefficiente di trasformazione. Quest’ultimo è un parametro utilizzato per convertire in pensione annua il montante individuale maturato alla decorrenza della pensione. Questi coefficienti sono tanto più elevati quanto maggiore è l’età del lavoratore e nel caso di raggiungimento dei 71 anni d’età corrisponderà al massimo. Nei bienni 2019-2020 è di 6,513%, mentre nel biennio 2021-2022 è di 6,466%.
Pertanto, si moltiplicherà lo stipendio lordo per 13 mensilità. Una volta ottenuta la retribuzione annua lorda, si applicherà l’accantonamento del 33% ogni anno. Moltiplicando l’accantonamento di ogni anno per i famosi 5 anni di contributi, si avrà il montante contributivo al quale si applicherà il coefficiente di trasformazione. Quindi chi, ad esempio, guadagnava circa 5.000 euro lordi al mese, potrà ottenere una pensione di circa 533 euro.
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