Per svegliarsi attivi, riposati e con l’energia giusta per affrontare la giornata, un adulto, in genere, dovrebbe dormire 7 o 8 ore circa. Questo è ormai abbastanza risaputo, anche se ci sono casi per cui sono necessarie 9 o 10 ore; altri per cui ne sono sufficienti 5 o 6. Un buon riposo notturno consentirebbe di “ricaricare” l’organismo attraverso il passaggio tra due stati nel sonno:
- le fasi REM;
- le fasi non-REM.
Le prime si contraddistinguono per la presenza di sogni intensi, emozionanti e molto verosimili con la realtà. Inoltre, comportano un rilassamento generale dei muscoli e un movimento rapido degli occhi. Nelle fasi non-REM, invece, i sogni sono più brevi e meno intensi.
Il passaggio da una fase all’altra risulta fondamentale perché aiuterebbe il cervello a consolidare i ricordi e rinforzare le capacità cognitive. Inoltre, gli permetterebbe di ripulire le memorie inutili e le tossine prodotte dai neuroni nell’arco della giornata.
Tra queste sostanze tossiche che il cervello cerca di drenare nel sonno, rientra anche la proteina beta amiloide. Quest’ultima, accumulandosi durante l’invecchiamento, causerebbe un danneggiamento dei neuroni, compromettendo tutti quei meccanismi fisiologici alla base della memoria e dell’apprendimento. Per questo motivo, la presenza di questa proteina è spesso associata allo sviluppo dell’Alzheimer.
Cosa comporta l’insonnia?
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In Italia, circa il 25% degli adulti soffre di insonnia, soprattutto nella popolazione femminile, con un aumento negli ultimi anni caratterizzati dalla pandemia. I disturbi del sonno potrebbero avere un forte impatto sulla qualità della vita di chi ne soffre e sul loro benessere psicofisico. Infatti, potrebbero manifestarsi sintomi come l’astenia, ossia un disturbo che comporta debolezza generale, perdita della forza muscolare e così via. Oppure potrebbero comportare deficit di memoria, difficoltà nel concentrarsi, depressione ed irritabilità. Oltre a questo, potrebbero svilupparsi anche altre condizioni più severe, come ipertensione, diabete ed altri problemi cardiovascolari.
Ecco 5 abitudini che aiuterebbero a dormire sonni tranquilli ed a prevenire l’arrivo dell’Alzheimer
Per contrastare anche sporadici episodi di insonnia, si potrebbero introdurre nel proprio stile di vita alcune sane abitudini. Ad esempio, si potrebbe:
- cercare di mantenere costante il ritmo sogno-veglia, addormentandosi e svegliandosi sempre agli stessi orari;
- evitare di passare tempo davanti agli schermi, come smartphone, tablet, computer e televisioni, prima di addormentarsi;
- inserire nel proprio regime alimentare cibi che producono melatonina, magnesio, potassio o vitamina B6. Tra questi rientrerebbero pasta, pane, riso, pesce, le carni bianche, latte e la frutta come frutta secca, banane e così via;
- favorire il rilassamento sorseggiando tisane calde;
- dormire in un ambiente buio, protetto dai rumori e con una temperatura compresa tra 18 e 22 gradi.
Quindi, ecco 5 abitudini che concilierebbero il sonno, favorendo un buon riposo e una buona qualità della vita.