Ecco 3 titoli di Stato con ricche cedole che sono schizzati del 15% in un mese

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Gli investitori sul reddito fisso sono sempre alla ricerca della buona occasione da cogliere al volo. Ad esempio dal 6 luglio sono aumentati i rendimenti dei buoni fruttiferi postali, che ora arrivano a offrire fino al 3,50% lordo annuo (a scadenza).

Poiché il rendimento è fisso e costante (o crescente nel caso della formula step-up), si rivela cruciale la scelta iniziale. Essa dipende da tanti fattori, tra cui l’interesse nominale e il rischio emittente. Ancora, la garanzia sul capitale (solo a scadenza o per tutto il periodo dell’investimento?), l’eventuale rischio cambio (si pensi ai bond in valuta estera), etc.

Oltre alla cedola i titoli di Stato fanno guadagnare anche in conto capitale

Prendiamo ora in esame i titoli di Stato, i cui rendimenti sono volati alle stelle a metà giugno. Da lì in poi è iniziata la discesa, e il mercato s’interroga se si tratti solo di una pausa o di una vera e propria inversione di tendenza.

In attesa di scoprirlo, i risparmiatori hanno notato subito un primo grande effetto. Alla discesa dei rendimenti si è accompagnata la risalita dei corsi di mercato dei bond sul mercato secondario. Tradotto vuol dire che quando i rendimenti scendono i prezzi di mercato salgono, e viceversa.

Al riguardo, ecco 3 titoli di Stato con ricche cedole che sono schizzati del 15% nel giro di pochi giorni.

Si tratta di operazioni adatte solo a investitori con elevatissima propensione al rischio

Questo trend può rivelarsi molto profittevole per i risparmiatori caratterizzati di elevata propensione al rischio. Ossia dei risparmiatori che puntano in via prioritaria al movimento dei prezzi di mercato. Poi, in seconda battuta, anche all’incasso delle cedole.

Infatti con i titoli di Stato è possibile guadagnare in due direzioni:

  • il guadagno fisso e sicuro rimanda allo stacco-cedola, ossia l’interesse che ogni 6 mesi il Tesoro riconosce ai suoi creditori;
  • l’incasso in conto capitale dato dalla speculazione tra due prezzi, ossia quello di acquisto e quello di rivendita a mercato.

Ovviamente vanno fatte alcune considerazioni. La prima è che si tratta di operazioni dall’esito incerto fino all’effettiva rivendita del bond. Il risultato finale può essere sia positivo che negativo, generando in tal caso una perdita in conto capitale.

Parimenti sono incerti i tempi dell’investimento, considerato che ci si espone alle dinamiche del mercato. Infine si tratta di operazioni che presuppongono molta conoscenza e molta dimestichezza circa le dinamiche dei mercati finanziari.

Ecco 3 titoli di Stato con ricche cedole che sono schizzati del 15% in un mese

Com’è noto, i c.d. titoli lunghi sono quelli che si prestano meglio degli altri a queste speculazioni. Cioè questi titoli sono quelli che perdono di più nei momenti del ribasso e avviene il contrario quando il vento cambia direzione.

Giusto a titolo di esempio prendiamo in considerazione 3 BTP:

  • il BTP con scadenza marzo 2072 (ISIN IT0005441883) è risalito dal 59,30 centesimi del 14 giugno al circa 69,50 odierno (+17,2%);
  • la performance è stata più o meno identica anche per il bond con scadenza settembre 2051 (ISIN IT0005425233). Il titolo è passato infatti dai 58,75 centesimi di metà giugno agli 0,689 euro di oggi (+17,2%);
  • stessa sorte per il BTP con ISIN IT0005438004 e scadenza al 1° aprile 2045. Sempre nello stesso periodo, esso è passato dal minimo dei 61,35 centesimi agli attuali 70,40 (+14,7%).

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